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A Firenze non si costruisce più da sei mesi: gli architetti denunciano un danno incalcolabile per la città

Gli architetti di Firenze denunciano il blocco dell’edilizia che va avanti dal 23 maggio e sta causando un danno incalcolabile per la città.

A Firenze non si costruisce più da sei mesi: dura denuncia degli architetti
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“Il blocco dell’attività edilizia va avanti dal 23 maggio e quindi lo stallo, unico in tutta Italia, si sta protraendo da sei mesi, con un danno incalcolabile per la città – parole forti quelle che il Consiglio dell’Ordine degli Architetti di Firenze ha usato per commentare la recente udienza nel 9 ottobre del TAR Toscana – Assistiamo con notevole stupore a un ‘assordante silenzio’ su un blocco che incide pesantemente sulla vita della città. La vicenda è di notevole rilevanza per la città sia sotto il profilo economico che per le ricadute sulla trasformazione del tessuto architettonico, e condiziona le attività che nella città si svolgono, sia pubbliche che private”.

Secono l’Ordine degli Architetti è necessario tener conto che il blocco delle attività edilizie è attivo dal 23 maggio e quindi lo stallo si sta protraendo da sei mesi, con un danno incalcolabile per la città.

A titolo di esempio: molte famiglie si sono trovate tra l’incudine e il martello con mutui accesi di cui devono pagare la rata senza poter effettuare i lavori previsti per i quali il mutuo era stato avviato. Inoltre si sono congelati investimenti che avrebbero portato un’iniezione di liquidità nell’economia della città, con conseguente perdita di credibilità per gli investitori che potrebbero, invece, far rivivere alcuni contenitori dismessi se potessero operare con tempi certi come nel resto del mondo.

“Questi contenitori – si legge sempre nella nota stampa degli architetti di Firenza – con il permanere della situazione di abbandono, sono invece inevitabilmente destinati a diventare luoghi di degrado per la zona in cui si trovano, oltre a degradarsi maggiormente essi stessi”.

Alla luce di questa situazione gli architetti fiorentini chiedono “che il TAR si pronunci il prima possibile anche senza attendere i 60 giorni che la legge stabilisce per il pronunciamento”

Anche la Consulta delle professioni tecniche, che aveva promosso l’incontro di tutte le parti in causa organizzato lo scorso 9 luglio alla Palazzina Reale per facilitare il dibattito e il chiarimento sui legittimi obiettivi e per provare a ricomporre gli interessi di tutti gli attori, sta seguendo con attenzione tutta la vicenda. Molte altre attività istituzionali sono state portate avanti negli ultimi mesi dall’Ordine degli Architetti di Firenze per cercare di far convergere tutti gli attori in un percorso condiviso che non danneggiasse la città.

Facendo seguito all’iniziativa di luglio, il 12 novembre si è tenuta la prima riunione per organizzare quel “Forum permanente” dove condividere analisi e riflessioni anche in vista del nuovo Piano Operativo del Comune di Firenze.

“Ma nell’immediato – conclude l’ordine territoriale fiorentino – è il TAR Toscana a essere chiamato a decidere sulla possibilità di mantenere in vigore lo strumento urbanistico e far ripartire le attività di trasformazione o dichiarare l’impossibilità di procedere e quindi di fatto congelare tali attività fino all’approvazione del nuovo strumento urbanistico, in un tempo realistico, almeno un anno per essere ottimisti, inaccettabile per tutti”, evidenzia l’Ordine degli Architetti, che conclude: “Con fiducia nel senso di responsabilità dei giudici e delle amministrazioni coinvolte, pur non intendendo fare indebite pressioni, confidiamo in un’immediata pubblicazione del pronunciamento del TAR al fine di stabilire come poter procedere nelle varie situazioni che ad oggi sono rimaste in sospeso”.

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