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Attualità

Anticorruzione anac il suo saggio al CNAPPC

“il nostro impegno a favore della qualità dell’architettura è tutto teso affinché anche nel nostro Paese attraverso i concorsi le Pubbliche Amministrazioni individuino per ogni opera da realizzare il progetto migliore e il professionista a cui affidare la progettazione esecutiva.

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La sede del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori – Roma, via di Santa dell’Anima, 10 – ospiterà giovedì 23 marzo la presentazione del saggio di Michele Corradino “È normale, lo fanno tutti… Storie dal vivo di affaristi, corrotti e corruttori”, editore Chiarelettere, nel quale il Consigliere dell’Anac, Autorità Nazionale Anticorruzione, non si limita a fotografare e a descrivere la realtà dell’illegalità nel nostro Paese, ma aiuta il lettore a conoscerne i costi sociali ed economici, individuandola come una delle cause principali della crisi in atto nel Paese.

L’autore, stigmatizzando l’atteggiamento di chi è oramai rassegnato a considerare la corruzione come un fenomeno “normale”, nella parte finale del saggio, illustra, con una particolare attenzione ai giovani, le azioni da intraprendere e le proposte per vincere la battaglia a favore della libera concorrenza, della trasparenza e della legalità.

Per Giuseppe Cappochin, Presidente degli architetti italiani, “il nostro impegno a favore della qualità dell’architettura è tutto teso affinché anche nel nostro Paese – così come avviene nelle altre realtà europee – attraverso i concorsi le Pubbliche Amministrazioni individuino per ogni opera da realizzare il progetto migliore e il professionista a cui affidare la progettazione esecutiva. Una modalità – questa – che risponde proprio all’esigenza di combattere mafie e corruttele che inquinano gli appalti delle opere pubbliche italiane. Qualità dei progetti, libera concorrenza e regole certe rappresentano un’arma per vincere il malaffare che nulla può di fronte a competenza, professionalità, cultura”.

“Per questo continuiamo a sollecitare il governo affinché vengano superati i limiti del nuovo Codice degli Appalti che, sebbene promuova la procedura del concorso, non raggiunge pienamente l’obiettivo di garantire l’esecuzione delle opere nel rispetto del progetto vincitore, in quanto lascia alle stazioni appaltanti l’opzione di affidare le fasi successive della progettazione a soggetti diversi rispetto al professionista che ha vinto il concorso”.

 

Sul tema della trasparenza gli architetti italiani hanno più volte ribadito il loro apprezzamento per le modifiche al Codice, introdotte dal Decreto correttivo in fase di approvazione, che ripristinano regole certe negli affidamenti di servizi di architettura e ingegneria, riducendo così quella discrezionalità delle stazioni appaltanti che non si coniuga di certo con le regole più elementari della trasparenza. Il Decreto Correttivo, in particolare, reintroduce regole certe per calcolare l’importo a base di gara nei suddetti affidamenti, scongiurando il rischio che detti servizi possano essere affidati con procedure errate.  

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