Apre la biennale “Barbara Cappochin”
L’inaugurazione de “I Cinque Tavoli” dà il via alla settima edizione della biennale “Barbara Cappochin”.
“Siamo molto soddisfatti per la qualità dei progetti vincitori e per quelli che hanno partecipato ai Premi della biennale Barbara Cappochin 2015. Hanno saputo rappresentare, tutti, con le diverse declinazioni ed articolazioni il tema della qualità architettonica e quello della rigenerazione urbana sostenibile che da questa edizione è stato inserita tra le categorie dei Premi. Il futuro dell’architettura sta, infatti, nel restituire nuova qualità ambientale, nonché economica e sociale alle nostre città, attraverso la costruzione di processi decisionali inclusivi che vedano la partecipazione dei cittadini”.
Così Giuseppe Cappochin, presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Padova e presidente della Biennale Internazionale di Architettura “Barbara Cappochin”, inaugurando “I Cinque Tavoli dell’Architettura” la cui esposizione – fino al 7 febbraio 2016 in Corso Italia a Cortina – apre ufficialmente la settima edizione della Biennale che quest’anno ha luogo in concomitanza con Cortina Fashion Week.
I “Tavoli” rappresentano, infatti, la vetrina fotografica delle migliori quaranta opere selezionate nell’ambito del Premio Internazionale di Architettura “Barbara Cappochin” e delle migliori dieci opere selezionate dal Premio regionale veneto. Sono stati scelti attraverso un concorso di progettazione, riservato ai giovani architetti italiani under 40, che ha premiato come vincitrice Arianna Spinelli, seguita da Lycourgos Lambrinopoulos, Federica Marinelli, Ermes Povoledo e Fabio Sgaramella.
Per Leopoldo Freyrie, presidente degli architetti italiani e della Giuria che ha attribuito i Premi “i progetti della Biennale Barbara Cappochin rappresentano una miniera di idee per il futuro dell’architettura. Per porre rimedi alle ferite e allo scempio inferto ai nostri territori dobbiamo tornare a credere nel progetto e nella sua capacità di innovazione. Come Consiglio Nazionale degli Architetti crediamo nella missione di educare l’Italia alla bellezza e siamo impegnati a svolgere la nostra professione avendo come fine il benessere di chi vivrà negli spazi che disegniamo”.
I numeri della Biennale dimostrano l’impegno e la passione degli architetti italiani “è questo un forte e importante segnale di vitalità che sta a significare” ha commentato Giuseppe Cappochin “che il nostro vuole tornare ad essere, come lo è stato nel passato, il Paese della “buona architettura”. Lo sarà se questa si riapproprierà della sua funzione civile, tornando ad occuparsi delle città e del paesaggio, a risolvere i problemi della condizione del patrimonio edilizio italiano, ad innovare i modelli e le tecniche dell’abitare, a promuovere la sostenibilità ecologica ed economica”.