mercoledì, Dicembre 18, 2024
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Architetti: Congresso Nazionale; dopo l’ascolto dei bisogni e delle aspettative delle comunità al via il rinnovamento delle città italiane

Sono l’ascolto dei territori e la capacità di declinare i bisogni e le aspettative delle mille sfaccettature che caratterizzano il nostro Paese gli elementi di riflessione su cui si interrogheranno - nel Congresso nazionale “Abitare il Paese. Città e territori del futuro prossimo” che si è aperto giovedì 5 luglio a Roma all’Auditorium Parco della Musica

Architetti: Congresso Nazionale “Abitare il Paese. Città e territori"
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Sono l’ascolto dei territori e la capacità di declinare i bisogni e le aspettative delle mille sfaccettature che caratterizzano il nostro Paese gli elementi di riflessione su cui si interrogheranno – nel Congresso nazionale “Abitare il Paese. Città e territori del futuro prossimo” che si e aperto giovedì 5 luglio a Roma all’Auditorium Parco della Musica – i tremila delegati in rappresentanza degli oltre 150mila architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori italiani attraverso il contributo di esperti internazionali, ricercatori, colleghi di molte nazioni, docenti ma anche umanisti, giuristi, intellettuali.

Un ascolto che, nei mesi passati, ha interessato quattordici città – in rappresentanza delle macro aree regionali – da nord a sud del Paese, città piccole e grandi e che ha fatto registrare una presenza complessiva di oltre settemila persone, architetti e non, amministratori locali, studiosi. Cittadini, principalmente, animati da un bisogno di sapere, conoscere, approfondire.

“Il nuovo modello di città di cui da tanto, troppo, tempo si parla, spesso anche a sproposito e senza la necessaria competenza deve diventare – sottolinea Giuseppe Cappochin, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori – una delle maggiori priorità che il Paese deve affrontare e deve rispondere a quattro principi fondamentali: centralità dell’uomo, qualità della vita, benessere, salute. Principi che solo una architettura di qualità può garantire”.

“Non vi è momento della vita delle persone – continua – che non registri un intervento incisivo degli architetti. Serve guardare la strada che abbiamo di fronte con occhi nuovi, aperti, consapevoli che se non metteremo da parte il nostro provincialismo, non sapremo guardare alle esperienze internazionali e non sapremo risvegliare le nostre coscienze, saremo condannati ad una asfissia intellettuale che porterà il Paese al definitivo degrado” .

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