Beni culturali: un “Califfo” per scovare il degrado delle opere d’arte
Si chiama CALIFFO ed è un sistema portatile che permette di rilevare sulle opere d’arte forme di degrado non visibili a occhio nudo.
Dimensioni e peso ridotti lo rendono facilmente trasportabile, consentendone l’utilizzo anche in luoghi di difficile accesso. Si chiama CALIFFO ed è un sistema portatile che permette di rilevare sulle opere d’arte forme di degrado non visibili a occhio nudo. È dotato di una sorgente laser puntuale in grado di effettuare la scansione di superfici di 1 m2 da una distanza di circa 2 m ed è gestibile da remoto tramite smartphone e tablet. Messo a punto nei laboratori dell’ENEA di Frascati, CALIFFO – Compact Advanced Laser Induced Fluorescence Friendly Operating system consente l’analisi diagnostica delle opere d’arte attraverso la rivelazione della fluorescenza emessa, la cui elaborazione permette di ottenere la caratterizzazione chimica dell’area analizzata, cioè la composizione degli strati più superficiali, rilevando la presenza di forme di degrado di differenti origini: vernici, leganti, coloranti o pigmenti, interventi pregressi, che costituiscono informazioni utili per la conservazione e il restauro.
“Dopo quasi un anno di test sul campo, CALIFFO è ora pronto per effettuare le sue prime campagne di misura”, commenta Valeria Spizzichino, ricercatrice ENEA del Laboratorio Diagnostiche e Metrologia che si occupa di attività di ricerca e sviluppo nel campo dei sistemi laser, dell’ottica e della sensoristica nelle diverse applicazioni scientifiche e industriali. “Grazie a questa tecnologia low cost d’avanguardia – aggiunge la ricercatrice – sarà possibile ottenere con più rapidità rispetto al passato caratterizzazioni di superfici difficilmente raggiungibili, anche in ambienti angusti. L’utilizzo di tecnologie bluetooth e wi-fi, infatti, fa sì che il sistema possa operare da remoto. CALIFFO restituisce risultati in tempo quasi reale e, come gli altri strumenti basati sulla fluorescenza indotta da laser (LIF) sviluppati presso i nostri laboratori, è completamente non invasivo. Ha un’operabilità molto semplificata che ne permette l’utilizzo anche da parte di personale non specializzato. Grazie al basso costo di questa tecnologia che ne favorisce l’ingegnerizzazione e la commercializzazione, ci poniamo l’obiettivo di creare una rete di sensori per la salvaguardia del nostro patrimonio storico-artistico, a partire dal Lazio”.
Le attività di misura effettuate con CALIFFO si svolgono infatti nell’ambito del Progetto COBRA (sviluppo e diffusione di metodi, tecnologie e strumenti avanzati per la COnservazione dei Beni culturali, basati sull’applicazione di Radiazioni e di tecnologie Abilitanti), finanziato dalla Regione Lazio, attraverso il quale l’ENEA diffonde e trasferisce le competenze e le tecnologie d’avanguardia per la diagnostica e la conservazione alle PMI e agli operatori dei Beni Culturali.
Per quanti volessero sperimentare e assistere agli affascinanti fenomeni che scaturiscono dall’incontro tra luce e materia, vi ricordiamo l’appuntamento con il primo OPEN DAY della Ricerca organizzato dall’ENEA il 29 settembre presso i centri di Casaccia e Frascati. In particolare presso i laboratori del centro ENEA di Frascati sarà possibile familiarizzare con la fluorescenza e imparare come questo singolare fenomeno possa essere sfruttato non solo nella diagnostica delle opere d’arte, ma anche per rispondere alle domande più insolite: quelle macchie sono di sangue? La reazione chimica è avvenuta? La frutta sui rami è matura? I laboratori apriranno le porte al pubblico proponendo visite guidate, percorsi didattici durante i quali i visitatori verranno coinvolti in piccoli esperimenti e curiosità scientifiche e soprattutto avranno la possibilità di osservare dal vivo CALIFFO. Il sistema verrà movimentato e illustrato dai ricercatori, i quali saranno a disposizione per spiegarne il funzionamento e illustrare, anche attraverso contributi video, i risultati.