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Grattacieli che respirano: i 10 boschi verticali che stanno cambiando le città del mondo

Un nuovo panorama urbano tra ecologia e design, dove boschi vegetali trasformano le metropoli in centri ecologici vivaci, sostenendo clima, aria e biodiversità.

Grattacieli che respirano: i 10 boschi verticali che stanno cambiando le città del mondo
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Nel pieno di una transizione urbana sempre più orientata alla sostenibilità ambientale, le città del mondo stanno riscoprendo l’importanza del verde verticale come alleato strategico contro l’inquinamento, il surriscaldamento climatico e la perdita di biodiversità. Non si tratta più di semplici tetti verdi o giardini pensili, ma di veri e propri boschi verticali, grattacieli rivestiti di vegetazione viva, capaci di coniugare funzione ecologica e design urbano. Nati da una visione architettonica italiana, questi edifici stanno rifiorendo in decine di città in tutto il pianeta, offrendo soluzioni innovative alle sfide ambientali più urgenti e contribuendo a ridefinire il rapporto tra architettura e natura.

  1. Benefici dei boschi verticali
  2. 10 esempi di boschi verticali nel mondo
  3. Bosco Verticale, Milano (Italia, 2014)
  4. Trudo Vertical Forest, Eindhoven (Paesi Bassi, 2021)
  5. Wonderwoods Vertical Forest, Utrecht (Paesi Bassi, 2025)
  6. Tour des Cèdres, Losanna (Svizzera, 2022)
  7. Palazzo Verde, Anversa (Belgio, 2023)
  8. Bosco Verticale di Nanchino, Nanjing Green Towers (Cina, 2018)
  9. Forest City, Liuzhou (Cina, in costruzione)
  10. Torre dei Cedri, Tirana (Albania, 2024)
  11. Mille Arbres, Parigi (Francia, 2020)
  12. One Central Park, Sydney (Australia, 2013)
  13. Sei un architetto? La tua professione richiede un aggiornamento continuo?

Un nuovo panorama urbano tra ecologia e design, dove boschi vegetali trasformano le metropoli in centri ecologici vivaci, sostenendo clima, aria e biodiversità.

Nel contesto metropolitano contemporaneo, le città devono gestire criticità ambientali inedite: l’espansione urbana, il deterioramento della qualità dell’aria e l’aumento delle temperature dovuto all’effetto isola di calore urbano. Per rispondere a questo quadro, è nata un’innovativa strategia architettonica: i boschi verticali, ovvero grattacieli “viventi” rivestiti di piante, che agiscono come veri e propri polmoni verdi per l’ambiente urbano.

Il progetto pionieristico, il celebre Bosco Verticale a Milano di Stefano Boeri, inaugurato nel 2014, ha acceso un faro su questa tendenza. Con le sue due torri di 110 e 76 metri, ospita circa 800 alberi, 4.500 arbusti, e 20.000 piante di oltre 90 specie. Oltre a migliorare l’estetica, questi edifici riducono l’inquinamento, abbassano le temperature e favoriscono la biodiversità.

Il fenomeno delle facciate vegetali si è espanso: da Nanjing e Shanghai a Tirana (completato nel 2024 con 145 alberi su 21 piani), fino ai progetti in corso a Dubai e Bratislava.

Benefici dei boschi verticali

Numerosi studi evidenziano i benefici termici di queste strutture: la vegetazione può ridurre la temperatura superficiale fino a 5 °C; in ambienti simili a Singapore, facciate verdi abbassano la temperatura di 0,5‑8 °C. Oltre a mitigare l’inquinamento atmosferico — assorbendo CO₂, trattenendo polveri sottili e rilasciando ossigeno —, questi edifici offrono rifugi per la fauna urbana, attirando uccelli, insetti e piccoli mammiferi.

Non mancano tuttavia criticità: i costi di realizzazione e manutenzione — legati a impianti di irrigazione avanzati e alla cura specialistica — sono rilevanti; inoltre, in ambienti climaticamente estremi, garantire la sopravvivenza della vegetazione richiede strategie complesse. Alcuni urbanisti ritengono che i boschi verticali, pur innovativi, non sostituiscano la necessità di ridurre le emissioni fossili o di ampliare spazi verdi orizzontali accessibili.

Eppure, l’importanza di questi progetti è confermata non solo dai premi (International Highrise Award 2014, CTBUH 2015, MIPIM 2025), ma anche dal loro impatto concreto su valore immobiliare, benessere e microclima urbano. Milano celebra nel 2025 il decimo anniversario del suo Bosco Verticale, con una pubblicazione curata da Boeri e Rizzoli per raccontarne l’evoluzione, risonanza culturale e ispirazione per la nuova urbanistica.

Guardando al futuro, i boschi verticali rappresentano un passo concreto verso una rigenerazione urbana sostenibile, capace di integrare architettura e ecologia, offrendo una risposta tangibile al cambiamento climatico. Se sempre più città adotteranno questo approccio, lo skyline metropolitano potrebbe trasformarsi in un mosaico di strutture verdi, dove natura e cemento coesistono per creare metropoli più vivibili e resilienti.

10 esempi di boschi verticali nel mondo

Nel 2025 i boschi verticali rappresentano una delle innovazioni architettoniche più significative nel percorso verso città più sostenibili, resilienti e vivibili. Nati come risposta all’urbanizzazione selvaggia e all’inquinamento atmosferico, questi edifici uniscono design, ingegneria verde e funzione ecologica, integrando migliaia di piante nelle facciate per migliorare il microclima urbano, filtrare l’aria e favorire la biodiversità. Ecco dieci esempi emblematici attualmente esistenti nel mondo, che testimoniano l’evoluzione globale di questo modello urbano:

Bosco Verticale, Milano (Italia, 2014)

Il capostipite di tutti i progetti: due torri residenziali alte 116 e 84 metri che ospitano circa 800 alberi, 4.500 arbusti e 20.000 piante. Ha vinto numerosi premi internazionali e ha cambiato lo skyline della città, integrando architettura e natura nel cuore di una metropoli industriale.

Trudo Vertical Forest, Eindhoven (Paesi Bassi, 2021)

Primo bosco verticale destinato all’edilizia sociale. La torre ospita 125 unità abitative con oltre 10.000 piante e 135 alberi, offrendo ai residenti a basso reddito un ambiente salubre e verde, senza rinunciare all’estetica e alla sostenibilità.

Wonderwoods Vertical Forest, Utrecht (Paesi Bassi, 2025)

Appena completato, è uno degli edifici simbolo della rigenerazione urbana europea: 104 metri di altezza, 360 alberi, 9.640 arbusti e 50.000 piante. Include uffici, appartamenti e aree pubbliche con una terrazza verde panoramica.

Tour des Cèdres, Losanna (Svizzera, 2022)

Un progetto ambizioso firmato ancora da Boeri, alto 117 metri, con 80 appartamenti, 180 alberi e 3.000 arbusti, disposti lungo le terrazze e le facciate. Il nome richiama i cedri, pianta simbolica della resistenza climatica.

Palazzo Verde, Anversa (Belgio, 2023)

Definito l’edificio più “green” del Belgio, ospita 86 alberi, 2.000 piante e green roof destinati a spazi comunitari. Ogni anno assorbe circa 5,5 tonnellate di CO₂, contribuendo al miglioramento della qualità dell’aria cittadina.

Bosco Verticale di Nanchino, Nanjing Green Towers (Cina, 2018)

Due torri gemelle alte 200 metri, con 1.100 alberi e 2.500 arbusti distribuiti lungo balconi e facciate. Oltre al valore ambientale, è anche un centro direzionale e culturale, con uffici e una scuola d’arte.

Forest City, Liuzhou (Cina, in costruzione)

La prima vera “città foresta” in costruzione, progettata per ospitare 30.000 persone e integrare oltre 1 milione di piante e 40.000 alberi. Ogni edificio sarà completamente rivestito di vegetazione, per assorbire CO₂ e produrre ossigeno.

Torre dei Cedri, Tirana (Albania, 2024)

Il primo esempio nei Balcani, con 145 alberi, 3.200 arbusti, piante aromatiche e rampicanti su 21 piani. Progetto simbolo della rinascita urbana della capitale albanese, fonde architettura mediterranea e tecnologia ambientale.

Mille Arbres, Parigi (Francia, 2020)

Un ibrido tra ponte e bosco sospeso, con 1.000 alberi e 2.000 arbusti su una struttura multifunzione tra spazi residenziali, uffici e aree verdi pubbliche. Simboleggia la volontà parigina di rendere “più verde” la città compatta.

One Central Park, Sydney (Australia, 2013)

Anche se precedente al Bosco Verticale di Milano, è uno dei progetti più visionari: dotato di giardini pensili, facciate verdi e un innovativo sistema di irrigazione intelligente che recupera acque grigie. Include oltre 250 specie di piante autoctone australiane.

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