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Cocontest, la piattaforma online di architettura che fa adirare gli architetti, arriva in parlamento

La startup ha realizzato una piattaforma online che permette all'utente di scegliere il miglior progetto d’architettura selezionato attraverso una gara tra designer.

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Cocontest è una startup italiana che ha realizzato una piattaforma online d’architettura, basata sul crowdsourcing, dedicata all’interior design che permette all’utente di scegliere il miglior progetto selezionato attraverso una gara tra designer.

Cocontest di recente, è stata anche scelta per partecipare a uno dei programmi di “500 Startups”, un acceleratore di startup americano, che si terrà a Mountain View, in Silicon Valley.

Parliamo quindi di una startup legata al mondo dell’architettura che ha ideato un progetto apprezzato anche all’estero. Una startup che però ha fatto scatenare le ire di un intera categoria professionale.

Secondo gli architetti italiani infatti Cocontest configurerebbe “un attività illegale che violerebbe leggi italiane e direttive europee regolanti il rapporto tra clienti e la categoria professionale degli architetti”, un attività  che il 12 maggio scorso è sbarcata addirittura in Parlamento con un’interrogazione diretta al Ministero dello Sviluppo Economico, avente come oggetto proprio la richiesta di procedere a verificare sull’effettiva legittimità di Cocontest.

L’interrogazione parlamentare porta la firma di ben 9 deputati provenienti da schieramenti politici diversi, tutti però concordi nel sostenere che secondo loro la piattaforma realizzata dalla startup “presenta dei lati oscuri” che possono costituire un’offesa per la categoria professionale degli architetti e per il mondo dell’architettura.

Secondo l’interrogazione presentata, Cocontest sarebbe una vera e propria “attività illegale”, nell’interrogazione si fa inoltre riferimento ad uno spot video andato in onda su Sky, e ampiamente discusso da buona parte della stampa che i parlamentari, che affermano di essere intenzionati a portare avanti la battaglia fino a quando non avranno ottenuto ciò che vogliono, ritengono essere “denigratoria nei confronti di un’intera professione”

Mai in Italia si era giunti a tanto per tutelare “il buon nome ” di una professione.

Ma allora perché il mondo dell’architettura ha deciso di partire lancia in resta contro questa startup?

Per comprendere meglio la situazione, bisogna far riferimento alla situazione globale del mercato, una  situazione che come riportato anche dai dati del “Rapporto 2013 sulla professione di Architetto” vive oggi una profonda crisi

In Italia negli ultimi 20 anni gli architetti sono raddoppiati, sono 150 mila, cioè 5 per ogni 2 mila abitanti. Il rapporto mette in evidenza anche la situazione reddituale della categoria:

a 10 anni  dal conseguimento del titolo di secondo livello il reddito mensile medio netto di un giovane architetto risulta di circa 1.300 euro, contro una media complessiva di 1.600 euro”. Inoltre il 40% della categoria guadagna meno di 1.000 euro al mese e che la crisi economica ha finito per ridurre di un terzo il reddito annuo. A questo va associato anche una crisi generale del settore della progettazione, in calo del 36%.

Dati a cui va associato anche un progressivo aumento dell’emigrazione professionale verso altri lidi dell’unione europea.

 

Una situazione quindi come si è già detto drammatica, a cui basta una scintille per incendiarsi, e in questo primo scorcio di 2015 la scintilla è stata rappresentata dalla presunta concorrenza sleale della startup Cocontest. 

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