In Italia l’estetica degli edifici è considerata (purtroppo) più importante della sostenibilità ambientale
Arrivano le prime critiche: il Bonus Facciate mette sullo stesso piano i lavori di tinteggiatura e gli interventi di riqualificazione energetica o antisismica.
Premesso che ogni provvedimento che in qualche modo possa sollevare un settore in crisi o migliorare i nostri edifici è sicuramente un ottimo obiettivo da perseguire, crediamo ci siano delle priorità, non solo per una politica nazionale, ma anche perché abbiamo degli obblighi nei confronti dell’Europa e del mondo. I cambiamenti climatici sono una realtà che abbiamo davanti tutti i giorni, la necessità di ridurre le emissioni inquinanti e di conseguenza i consumi energetici dei nostri edifici, che sono responsabili di circa il 40% del totale dell’energia consumata, non può essere messa allo stesso livello rispetto all’abbellimento e all’estetica. Lo stesso discorso si potrebbe fare per la sicurezza.
Per questo motivo non riteniamo coerente dare lo stesso incentivo a lavori di semplice tinteggiatura/pulitura e ad interventi di riqualificazione energetica o antisismica.
Quindi il problema principale degli art. 235-36 nella legge di Bilancio 2020 – BONUS FACCIATE – è proprio l’opportunità di incentivare interventi meramente estetici su edifici che avrebbero necessità innanzitutto di riqualificazione energetica e messa in sicurezza. Questa possibilità, data sulle zone urbanistiche A e B, significa “abbellire” quasi il 60% della città di Milano riducendo drasticamente la possibilità di interventi di efficientamento energetico. La limitazione a determinati immobili non può dipendere dalle zone urbanistiche ma dovrebbe dipendere dalla tipologia di edificio. Ci sono immobili in cui non è possibile realizzare interventi di isolamento o non è sostenibile, come gli edifici storici e tutelati. Garantire la possibilità di detrazione per interventi su questi edifici, a prescindere dall’efficientamento energetico, riteniamo tutti sia un’ottima opportunità, ma questo non può valere per tutti gli immobili nelle zone A e B delle nostre città, che comprendono fabbricati di varia epoca e non necessariamente con caratteristiche artistiche di rilevanza.
Di fronte ad una scelta tra due tipologie di intervento con pari opportunità, cittadini e famiglie non opteranno per il più complesso intervento di efficienza energetica, ma per un più semplice intervento meramente estetico. Già oggi, malgrado gli obblighi di legge, ci sono ancora tanti interventi in facciata in cui non vengono rispettate le prescrizioni di Legge e di conseguenza non si isola termicamente.
Quindi incentivare la delibera di lavori puramente estetici significa perdere una ottima occasione per una riqualificazione energetica su strutture su cui non verranno eseguiti altri interventi per moltissimi anni.
Ciò significa che questi edifici non contribuiranno alla lotta ai cambiamenti climatici, sebbene tutti i piani nazionali (il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima al 2030 e la Strategia di riduzione a lungo termine delle emissioni di CO2) affermino il contrario.
La lotta ai cambiamenti climatici è urgente e deve essere affrontata con strumenti efficaci, in mancanza dei quali diventa solo uno slogan senza fondamenti tecnici a sostegno dell’economia verde.