Fassa Bortolo e Fondazione Symbola indagano su tecnologie e competenze per l’allestimento degli spazi culturali
100 Italian Cultural Spaces stories. Innovazione, sostenibilità, bellezza: è il titolo del 4 volume nato dalla collaborazione tra Fondazione Symbola e Fassa Bortolo
100 Italian Cultural Spaces stories. Innovazione, sostenibilità, bellezza: è il titolo del 4 volume nato dalla collaborazione tra Fondazione Symbola e Fassa Bortolo – questa volta in collaborazione con ADI Associazione per il Disegno Industriale e ADI Design Museum.
100 Italian Cultural Spaces stories. Innovazione, sostenibilità, bellezza: è il titolo del 4 volume nato dalla collaborazione tra Fondazione Symbola e Fassa Bortolo
Il report è un viaggio attraverso tecnologie e innovazioni italiane per l’allestimento degli spazi culturali di tutto il mondo: dalle macchine sceniche ai tendaggi, dai sistemi d’illuminazione a quelli espositivi, dai pannelli per il controllo acustico ai software per il controllo climatico o dei flussi di visitatori, fino ai prodotti da costruzione e restauro. Il report racconta, attraverso le storie di 100 imprese, centri di ricerca, associazioni ed enti del terzo settore di un’Italia capace di farsi apprezzare a livello internazionale per la sua capacità di allestire spazi culturali con soluzioni che coniugano funzionalità e bellezza.
“Dopo i 100 esempi di architettura del futuro e altrettanti di innovazioni sostenibili – dichiara Paolo Fassa, presidente di Fassa Bortolo – con Fondazione Symbola abbiamo scelto i 100 luoghi della cultura. Perché la cultura, più di ogni altro ambito, ha già in sé una vocazione continua alla crescita spirituale dell’uomo, all’innovazione, al futuro (persino quando guardiamo all’arte del passato lo facciamo, in fondo, per imparare qualcosa dagli antichi). Credo che questo tipo di collaborazioni, come anche quelle con l’Università di Ferrara (dove proprio oggi assegniamo il nuovo Premio Architettura Sostenibile) o con Legambiente per promuovere attività in materia di economia circolare, ci consentano di promuovere le eccellenze nel mondo dell’edilizia, di diffondere le buone pratiche perché siano di esempio per la crescita del nostro settore”.
Dietro uno spettacolo teatrale, un concerto, un’opera d’arte o un’esperienza immersiva digitale, c’è un universo di soluzioni e tecnologie che ne esaltano bellezza, qualità del suono, ne preservano il valore, concorrono insieme all’opera a restituirci una esperienza unica. Non è raro, infatti, trovare nei luoghi della cultura internazionale un’impronta made in Italy. È italiano il sistema di illuminazione artistica del Museum of Modern Art di Copenhagen così come la teca hi-tech che protegge la Gioconda al Louvre di Parigi, le sedute del Teatro di Novosibirsk (il più grande in Russia per dimensioni) e quelle dei multisala del colosso americano Regal Cinemas, come i tessuti scenografici del Teatro Eslava di Madrid. Le nostre imprese sono infatti molto richieste all’estero per la qualità dei prodotti e per la capacità di saper cogliere le necessità della committenza creando soluzioni su misura che tengono insieme funzionalità, bellezza e sostenibilità. Un settore, quello dell’allestimento degli spazi culturali, che Fondazione Symbola e Fassa Bortolo hanno deciso di raccontare nel quarto capitolo della collana dedicata al mondo delle costruzioni made in Italy. Oltre al restauro dei gessi del Canova, degli affreschi del Palazzo dei Trecento a Treviso, delle pitture murali di alcune botteghe in Via dell’Abbondanza a Pompei, il Gruppo Fassa contribuisce ad importanti operazioni di conservazione e tutela del patrimonio architettonico e artistico in partnership con il mondo accademico e scientifico, dando continuità a un vivace interscambio tra mondo dell’impresa e quello della cultura. Un percorso che vede Fassa Bortolo al fianco di Università, istituzioni, progettisti ed architetti nazionali e internazionali.
“La forza della nostra economia e del made in Italy deve molto – dichiara Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – alla cultura e alla bellezza. Più che in altri Paesi. Cultura e creatività oltre ad arricchire la nostra identità e alimentare la domanda di Italia nel mondo, possono aiutarci ad affrontare insieme, senza paura, le difficili sfide che abbiamo davanti. Il nostro Paese rappresenta un laboratorio importante delle tecnologie e competenze per l’allestimento degli spazi culturali. Le nostre imprese sono molto richieste anche all’estero per la capacità di creare soluzioni che tengono insieme funzionalità, bellezza e sostenibilità. L’Italia ha le energie per superare la crisi che stiamo attraversando e lo dimostrano queste realtà virtuose e innovative, raccontate in questo rapporto, che sono la migliore risposta per costruire insieme – come afferma il Manifesto di Assisi – un’economia e una società più a misura d’uomo e per questo più capace di guardare al futuro”.
Il nostro Paese vanta storicamente una grande ricchezza di luoghi della cultura, fenomeno che ha portato allo sviluppo, nel corso dei secoli, di un sapere unico nella gestione e nell’allestimento degli spazi culturali. L’Italia, con 58 siti, primeggia nella classifica UNESCO del Patrimonio dell’Umanità, seguita da Cina (56) e Germania (51). A questi si aggiungono 12 mila musei, monumenti, aree archeologiche, 7.886 biblioteche pubbliche e private, statali e non statali (escluse quelle scolastiche e universitarie), aperte al pubblico in Italia al 2021. L’Italia è inoltre tra le prime nazioni al mondo per numero di teatri d’opera (sugli oltre 700 teatri presenti sul territorio, escludendo siti archeologici come i teatri romani), tra cui alcuni capolavori del calibro del Teatro alla Scala di Milano o del Teatro San Carlo di Napoli, il più antico teatro lirico del mondo ad essere tuttora attivo. Un risultato dovuto alla storia del nostro Paese, in cui molte città hanno vissuto lo status di capitale o comunque periodi di grande centralità sul piano politico e commerciale, come nel caso delle Repubbliche Marinare o dei Comuni Medievali. In questa rassegna non manca il tema dei parchi divertimento, dato che la nostra nazione vanta un distretto produttivo d’eccellenza nel Veneto dedicato alla produzione delle giostre, che esporta ovunque le nostre attrazioni: da Coney Island a New York fino al parco giochi Kaeson Youth di Pyongyang, in Corea del Nord.
“Il design ha come fine ultimo il miglioramento della qualità della vita di tutti attraverso il miglioramento della qualità dei prodotti”, sottolinea il presidente ADI Luciano Galimberti. “E la qualità, su cui è centrata anche la selezione di ADI Design Index 2023 che sarà presentata all’ADI Design Museum tra qualche settimana, si è evoluta rispetto ai parametri correnti fino a pochi anni fa. È diventata uno dei punti centrali del design: l’incrocio tra idee, tecnologie e capacità di comunicazione. È oggi una vera e propria materia prima del design italiano. L’esperienza dell’apertura dell’ADI Design Museum, ancora relativamente recente, ci ha persuaso che questa qualità va perseguita anche nel mettere a disposizione del pubblico idee, ricerche, narrazioni: le tecnologie sono un terreno di sfida non solo fisico, ma di efficacia nella comunicazione dei contenuti e nei rapporti con il pubblico. Il design italiano ne tiene conto con sempre maggior attenzione”.
Nel report si scopre un settore dove la tecnologia si abbina ad una sensibilità allenata a confrontarsi con contesti difficili, spesso molto diversi tra loro, o con strutture antichissime che riusciamo a rendere fruibili ancora oggi, a distanza di centinaia di anni. Una sensibilità attenta al benessere delle opere e delle persone, capace di mettere insieme con il senso del bello complesse meccaniche dei palchi o delle giostre, in cui impianti idraulici, elettrici, meccanici danno vita a macchine capaci di emozionare bambini e famiglie in ogni parte del Pianeta. Una sensibilità artigianale nell’impiego di tecnologie nel trattamento dei tessuti, tendaggi, sipari e sedute, come poltrone e divani, o anche nelle finiture e nei componenti per l’esposizione, ad esempio vetrine e vetri protettivi, sostegni, pannelli espositivi o separatori. Ma anche tecnologie digitali, tour virtuali, proiezioni oleografiche, scenografie digitali, videomapping e ricostruzioni 3D realizzate dall’ingegno italiano che contribuiscono a rendere davvero immersiva l’esperienza di fruizione per gli spettatori, insieme a soluzioni per migliorare la connettività o la gestione dei flussi. Impreziosiscono poi questa rassegna di maestranze e saperi i prodotti e i servizi d’illuminotecnica e del controllo acustico, che ci raccontano di un’Italia che ha curato e cura, gli aspetti sonori e di luce legati a esposizioni temporanee, concerti, sale registrazioni e doppiaggio, cinema, teatri, biblioteche e musei.
Il rapporto è scaricabile gratuitamente direttamente dal sito Fassa Bortolo.