L’Italia non può che ripartire dall’Architettura di qualità
Serve una capacità di progetto. Dunque c’è bisogno di architettura e di architetti per far ripartire l’Italia dopo l’emergenza del coronavirus.
La Pandemia di Coronavirus ci ha costretto in casa per lungo tempo. In queste settimane di prigionia forzata abbiamo però avuto modo di riflettere sull’importanza che l’architettura ha sempre rivestito e rivestirò anche in futuro per il paese Italia.
Ora più che mai l’Italia ha necessità di ripartire dall’architettura e di affidare le redine della ricostruzione agli architetti. Eppure questo bisogno di architettura e di bello, di urbanizzazione finalmente corrette e prove di speculazione sembra non arrivare alle orecchie dei principali attori politici e decisori del nostro Paese.
“E’ quantomeno singolare – afferma il cnappc in una nota stampa pubblica che ha fatto un poco di scalpore – che gli architetti continuino a non essere considerati e coinvolti neppure in una fase della storia italiana, drammatica, in cui siamo tutti costretti a riflettere seriamente sull’esistenza delle nostre città.”
Il CNAPPC considera inaccettabile il disinteresse che sembra avvolgere la figura degli architetti. Eppure gli architetti, in Italia, hanno contribuito a far crescere e evolvere questo paese.
Quali sono gli apporti e i vantaggi che gli architetti potrebbero portare al paese Italia?
” Dopo anni dominati dall’idea di costruire il presente – dichiara il CNAPPC – oggi e domani ci dovremo tutti confrontare con la necessità di investire sul futuro”
Le città, la casa, i paesaggi, tutto dovrà essere riprogettato secondo schemi nuovi e alternativi a quelli passati.
“Per riemergere da questo declino – conclude il Consiglio Nazionale degli Architetti – causato non solo dal Coronavirus, è fondamentale progettare e creare un nuovo progetto. Un idea coraggiosa fondata su un nuovo modello di sviluppo sostenibile delle nostre città. Non possiamo più pensare di continuare a costruire slegati dal contesto ambientale e sociale che ci circonda.
Con quest’affermazione il CNAPPC si pone in una posizione di critica a quanto e a come si stanno avviando le procedure per la ripartenza ma allo stesso tempo dichiara totale apertura e disponibilità a lavorare gomito a gomito con i principali protagonisti del periodo.