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La sostenibilità ambientale nel mondo dell’architettura contemporanea

Si è tenuta nei giorni scorsi a Roma, presso la sede del Consiglio Nazionale Architetti, un importante meeting tecnico dove discutere di sostenibilità ambientale e architettura

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Si è tenuta nei giorni scorsi a Roma, presso la sede del Consiglio Nazionale Architetti, un importante meeting tecnico dove discutere di sostenibilità ambientale e architettura.

Nei giorni scorsi a Roma, il gotha dell’architettura italiana si è dato appuntamento presso la sede del Consiglio Nazionale degli Architetti. Nel corso dell’evento si è sviluppata una profonda riflessione sulla sostenibilità ambientale in edilizia, sul ruolo dell’architetto e sui cambiamenti politici, economici e scientifici che il mondo dell’architettura sta attraversando in questi ultimi anni.

Presente tra gli altri, Ermete Realacci, giornalista pubblicista e Presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera. Realacci ha  parlato della sostenibilità ambientale come di una sfida per il mondo dell’architettura.

 

Gli architetti che si occupano di green building” ha affermato il Presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera “non devono chiudersi in un recinto, ma mobilitarsi e agire praticamente. Uno dei pregi dell’Italia è la capacità di trasformare i vincoli in opportunità per esportare all’estero prodotti di pregio. Si parla spesso di fonti rinnovabili, ma sarebbe giusto che il dibattito si spostasse da “farlo o non farlo” a “come farlo producendo bellezza

 

 Uno dei grandi problemi dell’ architettura sostenibile italiana, nonostante gli ottimi esempi di alcune università come quella di Venezia, è infatti, secondo diversi studiosi, il soffermarsi troppo spesso sulla carta, perdendo di vista la realtà. Basta pensare alla parola condono edilizio; all’estero non esiste perché il condono è una ferita e una debolezza,  “è l’ammissione che qualcosa che non dovrebbe esistere c’è e non si può cambiare” ha dichiarato Realacci.

 

Oggi più di ieri però, l’architetto deve avere un importante ruolo sociale nella tutela dei cittadini e non può limitarsi a partecipare alla gara “a chi realizza l’edifico più bello”.

Le case ad energia zero tra qualche anno non saranno rari esemplari ma una consuetudine, l’Italia deve saper guidare questo cambiamento, altrimenti si può “candidare” gia da oggi ad essere relegata ai margini del l’architettura mondiale. 

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