Oltre 450 nel mondo a cui si affiancano 12 new entry l’anno: è l’universo delle certificazioni ambientali. L’Italia, con oltre 24mila certificazioni è il secondo Paese al mondo per numero di certificati ISO 14001, il primo per numero di Dichiarazioni Ambientali di Prodotto, il terzo per le registrazioni Ecolabel ed EMAS, il quinto Paese del G20 per certificazioni forestali di catena di custodia FSC.
E’ quanto emerge dal rapporto “Certificare per competere. Dalle certificazioni ambientali nuova forza al Made in Italy” presentato lo scorso 26 febbraio a Milano da Symbola, Cloros e ACCREDIA che ha collaborato in qualità di Ente di accreditamento degli Organismi che rilasciano le principali certificazioni ambientali.
In particolare, per la verifica dei sistemi di gestione ambientale in conformità alla norma UNI EN ISO 14001, sono accreditati 40 Organismi e operano quasi 350 auditor certificati. 15 verificatori ambientali sono qualificati per lo schema EMAS, 13 per gli Inventari di gas serra, sia in ambito volontario che cogente, in conformità allo sistema comunitario EU ETS (Emission Trading System), mentre numerosi altri Organismi operano per il rilascio della Dichiarazione Ambientale di Prodotto e nel settore delle Diagnosi energetiche, che registra una crescita significativa, con l’entrata in vigore del D. Lgs. n. 102 del 2014 con cui è stata recepita la Direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica.
L’indagine “Certificare per competere” prende in considerazione i quattro settori tradizionali del Made in Italy, Automazione, Abbigliamento, Arredocasa, Alimentari – le cosiddette 4A – per confrontare le perfomance delle aziende certificate con quelle delle non certificate. In piena crisi, tra il 2009 e il 2013, le imprese certificate hanno visto i loro fatturati aumentare, mediamente, del 3,5%, quelle prive di certificazione del 2%: le certificazioni portano in dote, cioè, uno ‘spread’ positivo di 1,5 punti percentuali.
Ancora meglio nell’occupazione, dove lo spread arriva a 3,8 punti percentuali: le aziende certificate hanno visto crescere gli addetti del 4%, le altre dello 0,2%. Determinante si rivela l’attenzione alla sostenibilità anche sul fronte export: le imprese delle 4A con certificazione ambientale esportano nell’86% dei casi, mentre le non certificate nel 57%.
“Il Rapporto di Symbola” ha commentato il Presidente di ACCREDIA Giuseppe Rossi, intervenuto alla Tavola rotonda “è un’ulteriore dimostrazione del valore competitivo delle certificazioni ambientali, in particolare quelle ambientali. Da questo punto di vista, risulta particolarmente importante il ruolo di ACCREDIA e la sua attività, in continua espansione, di verifica e accreditamento di Organismi e Laboratori che valutano la conformità di prodotti, servizi e professionisti agli standard di riferimento.”