venerdì, Novembre 15, 2024
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Urbanistica

Non case ma città 2.0

La partecipazione dei cittadini contribuirà a disegnare il futuro delle città 2.0

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“Sara un percorso intenso, 6 mesi di incontri pubblici, focus groups, video interviste, passeggiate dentro l’area della Caserma. Coinvolgeremo i cittadini del quartiere, i cittadini di Scandicci e tutti quelli della città metropolitana interessati, per disegnare insieme a loro il futuro di quello che potrà essere un nuovo pezzo ecologico di una città 2.0, una seconda “Città giardino” dopo l’Isolotto” questo è quanto afferma il presidente del Quartiere 4 Mirko Dormentoni a proposito del progetto partecipativo di cui il Quartiere 4 del Comune di Firenze è referente operativo, che partirà a ottobre in collaborazione con gli Assessorati all’Urbanistica e al Patrimonio del Comune di Firenze e con il Comune di Scandicci e grazie al sostegno della Autorità per la Partecipazione della Regione Toscana.

“Per realizzare questo progetto di città 2.0” aggiunge Mirko Dormentoni “lo abbiamo chiamato “Non Case ma Città 2.0” richiamando il discorso di Giorgio La Pira quando inauguro il villaggio Ina-Casa dell’Isolotto nel 1954. Era nel nostro programma di mandato e in quello del Sindaco Nardella e, come sempre, cerchiamo di mantenere le promesse”.

L’area interessata dal progetto denominata dei Lupi di Toscana, 450.000 mq compresi i terreni privati circostanti come da Regolamento Urbanistico, per 55.000 mq di superfici totali recuperabili ed edificabili con il 60% residenziale di cui la maggior parte di edilizia sociale, sarà oggetto di una vera e propria “sperimentazione democratica”.

 

Infatti il percorso di partecipazione, che coinvolgerà singoli cittadini ma anche associazioni, comitati e i proprietari dei terreni circostanti (interessati per il meccanismo della perequazione/trasferimento di superfici aggiuntive), sarà svolto in due fasi. La prima, quella più consistente, sarà finalizzata a contribuire alla definizione degli obiettivi (“cosa vorrei che diventasse”) e dei vincoli (“cosa non vorrei che diventasse”) del Concorso di progettazione urbana internazionale. La seconda, questa una vera novità metodologica, si svolgerà durante il Concorso stesso, tra la prima e la seconda fase, chiamando i cittadini o una loro rappresentanza a dire la loro, punti di forza e punti di debolezza, sui primi 5 schermi di progetto selezionati che dovranno sviluppare poi il progetto vero e proprio nella seconda fase.

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