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Attualità

Per la demolizione degli abusi edilizi previsti ulteriori 45 milioni di euro

E’ stato recentemente approvato, presso la commissione Ambiente della Camera, un emendamento al Disegno di Legge di Bilancio 2017

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E’ stato recentemente approvato, presso la commissione Ambiente della Camera, un emendamento al Disegno di Legge di Bilancio 2017 in cui si prevede un plafon di 45 milioni di euro al fine di combattere l’abusivismo edilizio grazie alle demolizioni . Il fondo, integrato con le risorse necessarie alle demolizioni di opere abusive da parte di Enti locali, sarà istituito presso Il Ministero delle Infrastrutture.

Viene specificato che l’erogazione sarà corrisposta di 5 milioni di euro per il corrente anno e 10 milioni di euro divisi in tre anni (2017-2020) con pertinenti modalità che saranno definite con un Decreto in concerto tra Ministro del Tesoro e Ministero dell’Ambiente. Come già precedentemente sottolineato allo stato attuale il Fondo è di 10 Milioni di Euro ed è stato previsto nel Decreto Ministeriale del 22 Luglio 2016 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.251 del 26 Ottobre 2016. Tale Fondo è stato istituito con il Collegato Ambiente, e servirà ad anticipare ai Comuni le risorse necessarie per rimuovere gli edifici abusivi. L’erogazione statale andrà a coprire i costi di:

  • interventi di demolizione;

  • spese pertinenti allo smaltimento dei materiali derivanti dalle demolizioni;

  • interventi al fine di favorire la ripresa della vegetazione autoctona.

 

Le demolizioni andranno a colpire opere di abusivismo edilizio già investite da ordinanze di demolizione non ancora eseguite e classificate con rischio molto elevato. Sono dati ai Comuni 120 giorni di tempo al fine di ottemperare i lavori pertinenti alle demolizioni, pena la restituzione del Fondo. Agli stessi Comuni viene chiesto di presentare un progetto di inizio attività rimozione nonché l’elenco dettagliato di tutti i costi e dei lavori da svolgere.  La classificazione degli abusi demoliti sarà costantemente aggiornata ogni 90 giorni grazie ad un database del Ministero dell’Ambiente. Lo stesso Dicastero chiederà, infine, agli Enti anche informazioni comprovanti l’esposizione degli edifici al rischio idrogeologico.

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