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Attualità

Per la ricostruzione e prevenzione c’è bisogno di norme snelle

Dopo il terremoto: ricostruzione e prevenzione. Proposte e riflessioni sulla messa in sicurezza del patrimonio pubblico e privato

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La partecipazione dei Geometri Italiani a MADE Expo 2017 si è conclusa oggi con il focus “Dopo il terremoto: ricostruzione e prevenzione. Proposte e riflessioni sulla messa in sicurezza del patrimonio pubblico e privato”. All’appuntamento, che si è svolto nel contenitore B(uild)SMART, moderato dalla giornalista di Edilizia e Territorio Sole 24 Ore Maria Chiara Voci, hanno preso parte il Sottosegretario MISE Paola De Micheli, il Presidente CNGeGL Mauruzio Savoncelli, il Sindaco di Accumuli Geometra Stefano Petrucci, il Presidente ANIDIS Franco Braga, il coordinatore del Dipartimento Cooperazione, Solidarietà e Protezione Civile CNAPPC Walter Baricchi

Con il suo intervento il Presidente CNGeGL Maurizio Savoncelli racchiude nel cerchio di una lente di ingrandimento l’ampio tema del terremoto, dopo poco meno di sette mesi dalle prime scosse. Per punti, uno dopo l’altro, in un susseguirsi logico, evidenzia esattamente cosa è accaduto, cosa sarebbe necessario fare e qual è la prossima importante sfida per la messa in sicurezza del nostro Paese. Partendo da quest’ultima, pone l’attenzione sui danni irreparabili che ha subìto il patrimonio monumentale del centro Italia: un esito del mancato adeguamento alle procedure antisismiche sulle opere pubbliche, reso impossibile dai vincoli posti sui beni culturali.

“E’ giunto il momento di ovviare a questa empasse: il cosiddetto ha permesso di contenere la distruzione, nonostante l’intensità maggiore del secondo sciame sismico che si è verificato in quell’area. La sua applicabilità alle opere architettoniche italiane, in termini e modalità da mettere urgentemente a punto, potrebbe permettere la reale tutela di un bene storico.”

“E’ una strada da intraprendere senza più esitazioni, dopo aver assistito al crollo di tesori ammirati in tutto il mondo”.

Un’altra misura da raggiungere sarebbe il superamento di una normativa prescrittiva, che ostacola l’avvio della ricostruzione fino a determinare, come nel caso della Regione Marche, la scelta di procedere in autonomia. Altro effetto della centralizzazione, in particolare delle procedure relative alla gestione della fase dell’emergenza, è stata l’implosione del Nucleo Tecnico Nazionale.

“Una soluzione c’è: lo Stato deve aprire ai professionisti, che investono in formazione professionale e aggiornamento. I numeri in questione, afferma Maurizio Savoncelli, sono importanti: per questo terremoto si parla di oltre 250mila immobili colpiti e una stima dei danni di circa 24 miliardi. Un fenomeno che si ripete quasi ciclicamente ogni quattro anni. Per questo motivo, all’ex Premier Matteo Renzi per il progetto “Casa Italia”, venne presentato dalla Rete delle Professioni Tecniche la proposta di un piano nazionale delle prevenzione sismica”.

In questo quadro d’insieme, che registra un sisma fra i più estesi finora nel nostro Paese, al punto da abbracciare complessivamente quattro regioni in un unico cratere, “il Governo” aggiunge Maurizio Savoncelli “deve poter abbinare fra loro gli strumenti di carattere fiscale, e il sisma bonus come la cessione del credito di imposta sono fra questi, per far ripartire l’economia di queste aree, per impedire lo spopolamento dei piccoli borghi dell’Italia centrale, universalmente riconosciuti nella loro forte identità e tradizione”.

 

Le parole del Geometra Stefano Petrucci Sindaco di Accumoli portano a un altro spaccato di realtà, egualmente importante per comprendere fino in fondo il tema oggetto del dibattito.

“Non possiamo parlare di ricostruzione e prevenzione, se non semplifichiamo le procedure relative all’emergenza. Alla gara indetta per la rimozione delle macerie hanno partecipato oltre 250 ditte: ci sono voluti 15 giorni solo per aprire le buste pervenute. La notifica all’Albo Pretorio per le opere di urbanizzazione consentirebbe l’accelerazione opportuna”.

Parla come un fiume in piena elencando una sequenza di accorgimenti che farebbero la differenza. Con queste parole il primo cittadino del comune del centro Italia rimasto completamente distrutto dal secondo terremoto, vuole contestualizzare con chiarezza la sua posizione. “Solo la definizione di un classamento in base alla percentuale di danno potrebbe rendere efficace la nostra partecipazione ai tavoli tecnici e permettere, in tempi utili, il raggiungimento degli step, con una progressione utile alle nostre esigenze. Fra queste, la priorità numero uno: offrire una ragione ai giovani per restare. Le nostre zone erano soggette all’abbandono già prima del sisma, ora questo fenomeno potrebbe affermarsi determinando l’allontamento degli imprenditori intenzionati a investire. Se non interveniamo, spiega Petrucci, rischieremo di ricostruire senza motivo”.

 

La posizione del Governo invece, espressa dal Sottosegretario MISE Paola De Micheli, ha aggiunto alla discussione il confronto forse più urgente. Le caratteristiche di questo terremoto e la volontà di non commettere errori che si sono verificati nel passato, hanno messo in condizione l’apparato dello Stato di introdurre grandi cautele per concepire una macchina organizzativa che, pur rispondendo rapidamente e con efficacia alle iniziali richieste, il primo decreto è stato pubblicato dopo tre giorni dal primo sciame sismico, ora è costretta a confrontarsi con un quadro normativo complesso, che fa capo a un insieme di competenze molto ampio sotto il profilo territoriale, mentre, al ripetersi di ogni scossa, si sono susseguite e moltiplicate le attività che ogni volta è stato necessario riavviare, come la verifica dell’agibilità. A ciò si aggiunge l’imperativo di impedire le infiltrazioni della malavita nelle gare di appalto, al fine di non perpetrare le speculazioni che in precedenza hanno reso possibile l’inadeguatezza dell’edilizia italiana.

 

Anche se molti passi avanti rispetto al passato sono stati già prontamente completati, come il contributo per la ricostruzione assegnato anche alle seconde case e alle imprese, è evidente che la definizione di un nuovo modello gestionale istituzionale è chiaramente da ricercare e sperimentare. In questo tentativo si genera un disallineamento più volte richiamato durante il confronto acceso in occasione di MADE Expo 2017, che ha voluto riunire alcuni fra i principali protagonisti di queste scelte. La speranza è che il confronto abbia permesso a ciascuno di loro di comprendere le ragioni dell’altro e fare tesoro degli spunti utili per procedere.

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