Eventi

Al via la Rassegna di Architettura all’interno del programma dell’Arena Borghesi a Faenza

In luglio e agosto, l’Ordine degli Architetti di Ravenna invita il pubblico a tre proiezioni, il celebre The Brutalist e due documentari, che riflettono sul rapporto tra architettura, vita e società.

Al via la Rassegna di Architettura all’interno del programma dell’Arena Borghesi a Faenza
118Visite

Tra i film dell’ultima stagione e gli audaci accostamenti fra Pedro Almodóvar e Aki Kaurismäki, l’Arena Borghesi di Faenza (via stradone 4) torna a ospitare la Rassegna d’Architettura, ideata dal cineclub Il Raggio Verde in collaborazione con l’Ordine degli Architetti PPC di Ravenna.

In luglio e agosto, l’Ordine degli Architetti di Ravenna invita il pubblico a tre proiezioni, il celebre The Brutalist e due documentari, che riflettono sul rapporto tra architettura, vita e società.

Tre serate dedicate alla disciplina del progetto, non per specialisti ma aperte a tutto il pubblico, per indagare il rapporto tra architettura e società attraverso la lente del cinema. Due documentari e un film, tutti ambientati a cavallo della metà del Novecento, restituiscono una narrazione molteplice sulla storia dell’architettura occidentale del periodo e su come il suo sviluppo si sia intrecciato indissolubilmente con la temperie culturale e con le lotte, le cadute e le spinte al progresso della società di quei decenni.

Si comincia mercoledì 16 luglio, alle 21:30, con “Le chiavi della storia – La comunità dell’Isolotto” di Federico Micali (ingresso gratuito), documentario sulla nascita dell’Isolotto, quartiere di nuova costruzione alla periferia di Firenze negli anni Cinquanta, città-giardino dove operai e sacerdoti fecero sentire la loro voce partecipando alle grandi battaglie di quegli anni per i diritti dei più deboli. Qui un’architettura dagli spazi umani e immersa nel verde, l’architettura della collettività come il centro comunitario e la scuola, offre alla gente lo spazio per stare insieme, riflettere ed esprimersi pubblicamente sui grandi temi sociali. L’architettura come strumento per una società più egualitaria.

Si va poi a mercoledì 30 luglio, alle 21:30, con il racconto documentaristico “Mies van der Rohe – Le linee della vita” di Sabine Gisiger (ingresso a metà prezzo), sulla vita privata di Ludwig Mies van der Rhoe, fra i principali architetti e designer della storia, che analizza la società borghese della prima metà del Novecento, il ruolo delle donne all’ombra degli uomini, l’influenza del privato nella realizzazione della figura di un grande genio. L’architettura come universo artistico che si poggia sulla vita privata, invisibile ma solida.

La rassegna tematica si conclude venerdì 1° agosto, alle 21:15, con il celeberrimo film “The Brutalist” di Brady Corbet (ingresso intero), vincitore di numerosi premi, di cui 3 Oscar, alla miglior fotografia, al miglior attore, alla miglior colonna sonora originale e il Leone d’argento per la migliore regia alla Mostra del Cinema di Venezia. Un’opera grandiosa, girata in pellicola 35 mm in formato VistaVision, che merita la visione su grande schermo. Il film è la storia dell’ebreo ungherese László Toth (interpretato da Adrien Brody) che fugge dalle persecuzioni naziste. Architetto di fama caduto in disgrazia, giunge a New York dove sembra realizzare il sogno americano grazie all’incontro con un potente mecenate. Ma è qui che si verifica lo scontro tra l’ideale intellettuale e il crudo materialismo, la contrapposizione tra cultura e profitto, tra eternità delle idee e contingenza del potere. L’architettura e l’arte come ideali da perseguire a dispetto di ogni genere di corruzione.

In questi film l’architettura non cerca il protagonismo ma si assurge a strumento che l’essere umano può utilizzare per giungere al progresso sociale, per indagare la sua stessa natura, e infine per comprendere l’eterno conflittuale rapporto tra i grandi ideali e interessi materiali. Con questa rassegna l’Ordine vuole raccogliere e rilanciare l’esortazione di Gian Marco Magnani, presidente del Cineclub Il Raggio Verde, a scegliere un’idea di città che investe nella cultura, che non si adatta alle sole logiche di mercato e che resiste alla frammentazione digitale. L’invito a tutti i cittadini e le cittadine è quello di essere comunità, riempire le sale e a sperimentare il cinema nello spazio pubblico come strumento di lettura collettiva.

Programma

Mercoledì 16 luglio, ore 21:30, “Le chiavi della storia – La comunità dell’Isolotto”
di Federico Micali, documentario, 2023, 80’

Ingresso gratuito

Segue dibattito con alcuni rappresentanti della Comunità dell’Isolotto. Modera Rita Rava, architetta.

Era il 1954 quando furono consegnatele le chiavi di circa mille appartamenti realizzati sulla riva sinistra dell’Arno a Firenze: nasce così il quartiere dell’Isolotto, la “città-satellite”, come definita all’epoca dal sindaco La Pira. In un terreno fino ad allora abbandonato le nuove case furono assegnate a gruppi eterogenei di persone: profughi dell’Istria, impiegati, operai della Galileo e altre fabbriche fiorentine, sfollati e sfrattati, immigrati dal sud Italia. Guidata dal “prete ribelle” Don Enzo Mazzi, con un forte senso di comunità nella diversità di ognuno, l’Isolotto esprimeva il proprio dissenso nella lotta per la pace in Vietnam, per i diritti degli afroamericani, dei lavoratori e allo stesso tempo si prodigava per aiutare gli ultimi, dagli operai disoccupati alle vittime dell’alluvione del ’66. Un’utopia che portò allo scontro con il Vaticano ma anche all’attenzione dei media di tutto il mondo. La gente che non aveva parola finalmente poté esprimersi e collaborare per il bene comune, senza leader e senza gerarchie. Il documentario ne ripercorre le vicende, con testimonianze e documenti inediti, conservati presso l’archivio della Comunità stessa.

Mercoledì 30 luglio, ore 21:30, “Mies van der Rohe – Le linee della vita”
di Sabine Gisiger, documentario, 2023, 90′, versione originale con sottotitoli in italiano

Ingresso a metà prezzo: 3,50 euro

Ludwig Mies van der Rohe (1886 – 1969), tra i massimi esponenti del Modernismo, direttore del Bauhaus e poi della Scuola di Architettura di Chicago. Lasciò un’impronta duratura sull’architettura del Novecento per le sue opere in vetro e acciaio e per l’audace concezione degli spazi. Padre dell’espressione “Less is more”, che sintetizza la ricerca della massima funzionalità nel gesto minimo, in questo documentario Mies dismette i panni del geniale architetto per diventare marito, amante e padre. Uno sguardo inedito sulla sua vita privata attraverso le esperienze delle donne a lui vicine, la moglie Ada, le figlie Georgia, Manna e Traudel e la sua amante Lilly Reich. I traumi, le speranze e le trasformazioni sociali dell’epoca sono riletti attraverso lo sguardo delle donne di Mies, che si ritrovarono sole quando nel 1938 egli emigrò negli Stati Uniti per sfuggire al regime nazista. Grazie a filmati d’archivio inediti, fotografie e documenti privati, l’opera esplora l’universo umano e artistico di Mies, a partire dal racconto familiare e dalle sue relazioni personali, mettendo in luce il ruolo significativo delle donne nella sua vita e carriera.

Venerdì 1° agosto, ore 21:15, “The Brutalist”
di Brady Corbet, film, 2024, 215′, versione originale con sottotitoli in italiano

Ingresso intero

Allievo della scuola del Bauhaus, visionario intransigente, al termine della Seconda guerra mondiale, László Tóth lascia l’Ungheria, gli orrori dell’Olocausto e la sua famiglia – la moglie e la nipote restano a Budapest diversi anni ancora -, per raggiungere gli Stati Uniti e cominciare una nuova vita: in Pennsylvania viene accolto, ma poco dopo cacciato, dal cugino Attila. Rimasto senza soldi, contatti e prospettive, senza più potersi esprimere come professionista, svolge lavori umili e logoranti e vive per lungo tempo in povertà, affamato e dipendente dalle droghe, prima di riuscire a ottenere un contratto con il ricco imprenditore Harrison Lee Van Buren che cambierà il corso dei suoi successivi trent’anni.

X

Per leggere l'articolo, accedi o registrati

Non hai un account? Registrati!
X

Per leggere l'articolo, lascia la tua email

Oppure accedi