Revisione rendite catastali: cosa cambia per i proprietari di case?
Revisione rendite catastali: come la situazione fiscale potrebbe cambiare per i proprietari di immobili nelle prossime settimane? In arrivo aumenti fino al 38%.
Cosa cambia per i proprietari di case con la revisione delle rendite catastali? Le dichiarazioni recenti del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, hanno sollevato preoccupazioni tra i proprietari di case, soprattutto per coloro che hanno usufruito del Superbonus 110%. Il rischio di dover fronteggiare aumenti fiscali a causa della revisione delle rendite catastali è sempre più concreto, specialmente se le modifiche catastali non vengono tempestivamente aggiornate.
Revisione rendite catastali: come la situazione fiscale potrebbe cambiare per i proprietari di immobili
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha sottolineato che i beneficiari del Superbonus sono obbligati ad aggiornare i dati catastali. Durante un’audizione congiunta tra le commissioni Bilancio di Camera e Senato, Giorgetti ha affermato che chi non procederà con l’aggiornamento si troverà a far fronte a conseguenze economiche a favore dei Comuni. Questo si inserisce nel contesto della discussione sul Piano Strutturale di Bilancio e introduce possibili novità sulle rendite catastali.
Revisione delle rendite catastali.
Il cuore della questione è la revisione delle rendite catastali, che avrà un impatto diretto sul calcolo di imposte come l’Imu e la tassa sui rifiuti (TARI). L’aggiornamento della rendita catastale di un immobile non solo influisce sulle tasse comunali, ma può anche comportare variazioni fiscali su successioni e vendite immobiliari. La rendita catastale viene calcolata sulla base della categoria, del numero di vani e della posizione dell’immobile, con un valore maggiore attribuito alle abitazioni in centro città.
Stime recenti mostrano che una revisione delle rendite catastali con un aumento di classe potrebbe far crescere la rendita catastale del 17-18%, mentre un aumento di due classi porterebbe a un incremento del 37-38%. Città come Roma e Milano stanno già vedendo l’effetto di queste novità. A Roma, per esempio, un immobile di categoria A4 con 6 vani potrebbe passare da una rendita di 759 euro a 883 euro (+16%) con un aumento di una classe, e fino a 1.038 euro (+36%) con due scatti di classe. Anche a Milano, una situazione analoga porterebbe una rendita da 604 euro a 712 euro (+18%) con un singolo salto di classe e a 836 euro (+38%) con due aumenti.
Obbligo di comunicazione per le variazioni catastali.
Le novità sulle rendite catastali includono l’obbligo per i proprietari di comunicare le variazioni catastali in seguito a ristrutturazioni. Il direttore dei lavori deve notificare al Comune qualsiasi variazione catastale entro 30 giorni dalla fine dei lavori. Se non vi sono cambiamenti rilevanti nel classamento, sarà necessario fornire una dichiarazione ufficiale. Gli immobili sono classificati in base al gruppo e alla categoria catastale: le abitazioni appartengono al gruppo A e sono suddivise in varie categorie, dalla A/1 alla A/9, con ulteriori sottoclassi a seconda del valore dell’immobile.
Rendita catastale e certificazione energetica.
Il legame tra rendita catastale e certificazione energetica è evidente nel contesto del Superbonus. La legge prevede che gli immobili di nuova costruzione o sottoposti a interventi rilevanti debbano essere dotati di un attestato di prestazione energetica (APE) al termine dei lavori. L’attestato viene redatto dal costruttore per i nuovi edifici e dal proprietario per quelli esistenti. Le rendite catastali potrebbero quindi subire variazioni in seguito ai miglioramenti energetici apportati grazie al Superbonus, con conseguente aggiornamento delle categorie catastali.
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