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Tra gli architetti, a un anno dal Congresso, un grande fermento di idee e di proposte

Un Congresso che ha evidenziato come la dimensione e il valore strategico del sistema italiano dell’architettura richiedano un radicale cambio di prospettiva

A un anno dal Congresso, fermento di idee e di proposte.
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“Abitare il Paese – La cultura della domanda – I bambini e i ragazzi per un progetto di futuro”; “Linee guida per l’architettura”;“Principi per una legge per l’incentivazione dei processi di rigenerazione urbana e territoriale”: sono questi alcuni dei principali progetti in corso di realizzazione e scaturiti dal Congresso Nazionale “Abitare il Paese. Città e Territori del Futuro Prossimo” che un anno fa ha chiamato a raccolta tremila delegati.

Con un percorso di 14 tappe, realizzato insieme agli Ordini territoriali, che ha preceduto l’Assise nazionale, il Consiglio Nazionale ha voluto conoscere i reali ed eterogenei bisogni dei nostri territori sensibilizzando non solo gli iscritti, ma anche Pubbliche amministrazioni, stakeholder e opinione pubblica.

Un Congresso che ha evidenziato come la dimensione e il valore strategico del sistema italiano dell’architettura richiedano un radicale cambio di prospettiva: il sistema dell’architettura è una risorsa per il Paese, un sistema fondamentale che non può prescindere dalla formazione di una cultura della domanda di architettura di qualità da parte della committenza pubblica e privata, di ricerca e professionalità sia nel campo della progettazione che della costruzione e gestione.

Un sistema, quindi, che, in questi termini, può essere altamente competitivo e attrattivo sul piano internazionale, capace di produrre risorse e occupazione qualificata, un asse importante del Made in Italy, anche sul piano culturale, scientifico, professionale, commerciale e industriale.

Il Congresso ha dimostrato che la città, la città dell’uomo, nella sua dimensione olistica di prospettive, di collegamenti e di problemi (estetici,storici, geografici, architettonici, sociologici) più che di regole, necessita di una nuova cultura che ponga le persone al centro del processo di rigenerazione in una unità di prospettiva alternativa agli attuali approcci settoriali.

E gli architetti italiani hanno dimostrato di essere una figura professionale capace di svolgere un’azione di spinta per l’innovazione e la crescita del Paese puntando su proposte per il futuro delle città, per migliorare la qualità della vita con l’intenzione di rimettere l’uomo al centro di ogni trasformazione, alimentando la forza del suo desiderio di comunità, ponendo il tema generale dell’educazione all’architettura e del riconoscimento dell’architettura e del paesaggio come patrimonio comune di interesse pubblico.

Dopo un anno di intenso lavoro dell’intero nostro sistema ordinistico (Consiglio nazionale, Rete degli Ordini, Gruppi operativi, Delegazione, Conferenza) il prossimo 13 luglio verranno presentati, in occasione della Conferenza degli Ordini Italiani i principi di un articolato di legge in materia di rigenerazione urbana “Progettare il Paese – dare futuro alle città e territori dove viviamo”.

Forti del fatto che Istituzioni e rappresentanti della politica condividono in misura sempre crescente il valore strategico del nuovo paradigma urbano, sarà possibile che le città e i territori del Paese diventino uno straordinario cantiere di innovazione, attraverso il quale creare lavoro e restituire qualità e sicurezza a spazi pubblici e abitazioni private.

Un esempio del nuovo approccio è rappresentato dal consenso alla presentazione al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, della prima edizione – ed il lancio della seconda fase – del Progetto “Abitare il Paese – La cultura della domanda – I bambini e i ragazzi per un progetto di futuro” realizzato insieme alla Fondazione Reggio Children – Centro Loris Malaguzzi.

Sempre più stretta anche la collaborazione con il MIBAC attraverso la Direzione Generale Arte Architettura contemporanee e Periferie urbane (DGAAP) per la realizzazione delle Linee Guida per l’Architettura che la stessa Direzione sta curando. Un lavoro che nasce da un processo partecipato che vede coinvolti i principali portatori di interesse coordinati dalla DGAAP.

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