Welfare e nuove tutele per i professionisti
Forum TuttoLavoro 2017. Il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, intervistato da Ipsoa Quotidiano
“Con l’ultimo rinnovo contrattuale degli studi professionali è stata introdotta anche una copertura automatica a favore dei datori di lavoro professionisti, ma non possiamo fermarci qui, perché il prossimo passo dovrà essere quello di consentire ai liberi professionisti e a tutti i lavoratori autonomi che non hanno dipendenti di poter beneficiare delle medesime tutele”. Gaetano Stella anticipa a Ipsoa Quotidiano i temi che affronterà nel corso del Forum TuttoLavoro 2017 organizzato dalla Scuola di Formazione Ipsoa di Wolters Kluwer in collaborazione con Dottrina Per il Lavoro, in programma a Modena il 22 febbraio 2017.
Presidente Stella sono numerose le novità in tema di welfare contenute in recenti normativi. Che quadro possiamo delineare per gli studi professionali?
La legge di Stabilità ha introdotto una serie di disposizioni particolarmente interessanti nell’ambito del welfare contrattuale. La possibilità di erogare il premio di produttività anche attraverso beni e servizi e le modifiche apportate al TUIR rappresentano certamente un importante cambio di passo che andrà a incidere notevolmente nella definizione delle regole contrattuali. Si è finalmente iniziato a considerare il valore strategico delle misure di assistenza sanitaria e sociale che negli studi professionali sono una realtà consolidata da tempo, grazie alla capacità delle parti sociali del settore di interpretare e, in molti casi, di anticipare le esigenze di welfare dei professionisti e dei lavoratori attraverso il contratto collettivo e gli strumenti della bilateralità.
Per esempio?
Basti pensare alle attività di Cadiprof, la Cassa di assistenza sanitaria integrativa per i lavoratori degli studi professionali, e di Ebipro, l’ente bilaterale nazionale per gli studi professionali, che da oltre 10 anni erogano prestazioni di welfare a favore di un’ampia platea di addetti del settore (non solamente dipendenti, ma anche collaboratori e praticanti), secondo una logica di welfare inclusivo che mira ad abbracciare l’intero universo professionale. Con l’ultimo rinnovo contrattuale, per esempio, è stata introdotta anche una copertura automatica a favore dei datori di lavoro professionisti, ma non possiamo fermarci qui, perché il prossimo passo dovrà essere quello di consentire ai liberi professionisti e a tutti i lavoratori autonomi che non hanno dipendenti di poter beneficiare delle medesime tutele.
È quanto si propone di fare il ddl sul lavoro autonomo in discussione alla Camera?
Certamente. L’estensione delle misure di welfare al lavoro autonomo rischia però di rimanere un provvedimento zoppo, se non verrà riconosciuta la deducibilità dei contributi versati dai lavoratori autonomi e partite Iva alla bilateralità e ad altre forme mutualistiche.
Nel complesso, qual è il giudizio di Confprofessioni al ddl lavoro autonomo?
Il disegno originario del provvedimento all’esame del Parlamento è certamente tra i più innovativi delle ultime legislature, perché costituisce l’occasione da un lato di garantire tutela ai soggetti più deboli e dall’altro per rilanciare il settore del lavoro libero professionale attraverso uno sviluppo e crescita economica inclusiva dei lavoratori autonomi, in un momento di straordinarie trasformazioni che interessano il mondo professionale. Tuttavia è passato più di un anno dalla presentazione al Senato e alla luce del mutato quadro politico e delle incertezze che incombono sull’attuale legislatura, siamo piuttosto preoccupati sui tempi di approvazione del provvedimento.
Numerose modifiche sono state annunciate in commissione Lavoro della Camera. Le condivide?
Alcune misure vanno certamente nella giusta direzione. Certo, permangono ancora lacune che speriamo vengano corrette dall’ultimo passaggio parlamentare, per esempio la mancanza di una organica disciplina del contratto di rete, ora limitato alla sola partecipazione ad appalti e bandi, e una maggiore considerazione del welfare dei professionisti come sopra ricordato. Si tratta, in questo caso, di modifiche coerenti con il testo attuale e di facile applicazione. I problemi sono ben altri.
A che cosa si riferisce?
In alcuni casi mi pare che una certa parte del mondo professionale abbia interesse a stravolgere la natura del provvedimento. Assistiamo a una corsa al rialzo su temi complessi e non sempre condivisi da una larga parte del Parlamento, che rischia di snaturare il progetto originario o, peggio, di affossare definitivamente un provvedimento nato con l’intento sacrosanto di assicurare tutele al lavoro autonomo e alle partite Iva. Seguendo i lavori parlamentari, spesso, si ha l’impressione che non sia stato ancora raggiunto un punto di equilibrio sul disegno di legge.
Altro tema caldo è l’occupazione. I recenti dati Istat indicano tassi elevatissimi della disoccupazione giovanile, ma una ripresa occupazionale tra gli over 50. Qual è la situazione negli studi professionali?
Il settore studi professionali si è dimostrato sempre più dinamico rispetto alla media nazionale, grazie anche a una regolamentazione degli istituti contrattuali particolarmente flessibile e adatta alle esigenze dei liberi professionisti. E i risultati sono stati importanti, anche sul fronte occupazionale. In questo ambito non ci ha sorpreso la ripresa dell’occupazione tra le fasce degli ultracinquantenni e di contro della disoccupazione giovanile, come rilevato dall’ultimo rapporto dell’Istat.
Il Ccnl degli studi professionali ha sempre favorito le dinamiche occupazionali all’interno degli studi, dapprima codificando l’apprendistato quale porta d’ingresso nel mercato del lavoro per i giovani. Tuttavia, nel corso degli ultimi anni la disciplina sull’apprendistato è stata scavalcata da diversi provvedimenti in diretta concorrenza e da una politica non sempre coerente con le esigenze occupazionali dei giovani e delle imprese. Per quanto riguarda invece il ritorno degli over 50, il Ccnl degli studi professionali, con l’ultimo rinnovo del 2015, ha introdotto agevolazioni alle assunzioni per categorie particolarmente svantaggiate. I professionisti datori di lavoro che applicano il Ccnl studi possono infatti ricorrere ad un regime agevolato di assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori over 50 e agli inoccupati o disoccupati di lunga durata, il cosiddetto contratto di reimpiego. Lungimiranza delle Parti sociali? Forse, i dati Istat dimostrano un significativo incremento dell’occupazione proprio in questa fascia di lavoratori.