X-Team: una iniziativa per la sicurezza del patrimonio culturale
L’obiettivo di X-Team è la formazione di esperti nei campi della sicurezza del patrimonio culturale rispetto ad attacchi antropici ed eventi naturali
Politecnico di Torino, Università Ca’ Foscari Venezia, IUAV, SiTI e CORILA sono i promotori dell’iniziativa X-Team, espressione derivante dall’acronimo inglese “International Centre for Cultural Heritage Security” – ICHS. L’obiettivo di X-Team è la formazione di esperti nei campi della sicurezza del patrimonio culturale rispetto ad attacchi antropici ed eventi naturali e del contrasto al traffico illegale di opere d’arte.
I destinatari della formazione saranno scelti fra gli studenti e ricercatori dei Paesi in conflitto e fra i funzionari dei sistemi culturali. Particolare attenzione sarà posta al coinvolgimento di profughi o sfollati, inclusi gli ospiti dei campi a ridosso delle frontiere con i Paesi in crisi.
Verrà organizzato un corso residenziale della durata di otto mesi, finalizzato a creare squadre di esperti multidisciplinari che al termine della formazione opereranno nei propri Paesi contribuendo alla costruzione di speranza per la rinascita delle comunità locali.
X-Team promuoverà anche la creazione di imprese locali ad alta specializzazione: il modello organizzativo prevede la creazione di una unità di coordinamento in Italia e la costituzione di “Centri Satellite” extra-europei. I Centri Satellite, aperti alla partecipazione di partner locali, assicureranno il trasferimento del know-how e la capacità operativa in loco, abilitando filiere di servizi innovativi per la sicurezza, la tutela, la conservazione e la gestione del patrimonio culturale, con ricadute in termini di posti di lavoro qualificati.
Crimini contro il patrimonio culturale, crimini contro l’umanità
In Medio Oriente si sta consumando un “genocidio culturale” finalizzato a distruggere le opere d’arte in quanto simboli delle civiltà che nei secoli si sono succedute in quei territori e a compromettere la pacifica convivenza fra fedi e popoli diversi. Alla distruzione sistematica dei monumenti si associa anche la crescita del mercato illegale dei repertiche può essere fonte di finanziamento dei fanatici del terrore.
Il forzato esodo da quei territori di alcune etnie o gruppi religiosi mina la stabilità dei Paesi limitrofi, crea ondate di profughi e distrugge la speranza di futuro. All’interno di questa tragedia umana e sociale, desta particolare preoccupazione la perdita di capitale umano, prezioso per le competenze che esprime, e l’interruzione del ciclo formativo di un’intera generazione.
La gravità della situazione richiede rapide misure operative per rispondere alle minacce incombenti sul patrimonio culturale e costruire una capacità sistemica di protezione internazionale. La distruzione volontaria delle opere d’arte è peraltro una sfida culturale, e la risposta deve essere orientata in primis a creare un adeguato livello di consapevolezza. Accanto a misure di sicurezza preventiva e ad azioni mirate, serve sostenere la formazione di un numero importante di esperti locali, costituendo nuclei specializzati nella sicurezza del patrimonio culturale in grado di operare con efficacia sul campo.
Tale approccio è capace di attivare processi di sviluppo, finalizzati a creare posti di lavoro qualificati, ridando alle persone in fuga la prospettiva di un “ritorno a casa con dignità”.
Tra i profughi, sono presenti anche dirigenti e funzionari dei sistemi museali, archeologi, conservatori, guide turistiche, ingegneri e architetti: queste persone rappresentano un “giacimento di competenze” che può attivamente contribuire alla ricostruzione dei Paesi devastati.
Il prof. Marco Gilli, Rettore del Politecnico di Torino, spiega come questa iniziativa arricchirà ulteriormente le iniziative proposte dall’Ateneo per supportare gli studenti rifugiati e richiedenti asilo; l’Ateneo ha infatti già attivato il progetto RE-HOME 4 STUDENTS, un programma per aiutare i giovani rifugiati con l’iscrizione gratuita al corso di studi, l’assistenza nella ricerca di alloggio e un supporto burocratico con le autorità competenti, e per favorire l’accesso agli studenti richiedenti asilo, che hanno a disposizione la possibilità di consultare gratuitamente le lezioni in streaming e seguire corsi di lingua italiana e simulazioni di test di ammissione. Questo nuovo progetto permette al Politecnico di dare un contributo anche attraverso quelli che sono proprio i saperi caratteristici di un’università tecnica come il Politecnico: la tradizione e il riconoscimento internazionale della Scuola di Architettura, testimoniata anche dalla partecipazione alla cattedra UNESCO assegnata a SiTI e Politecnico si coniuga con le discipline più strettamente tecnologiche, in particolare nel campo delle nuove tecnologie applicate ai beni culturali, ambito nel quale il Politecnico conduce ricerche di avanguardia, come dimostra anche il recente accordo con il gruppo scientifico della Polizia Municipale della Città di Torino per la sicurezza urbana e in particolare per la tutela delle opere d’arte e dei beni culturali. La particolarità di questo progetto è poi la possibilità di favorire il ritorno in patria dei rifugiati, anche attraverso il supporto ad attività imprenditoriali qualificate; in questo senso potrà essere valorizzata l’esperienza dell’incubatore di imprese del Politecnico I3P.
Il prof. Michele Bugliesi, Rettore di Ca’ Foscari, ha sottolineato l’alto valore culturale, scientifico ed umanitario dell’iniziativa, che vede coinvolto il suo Ateneo in ragione di una molteplicità di fattori. Innanzitutto la spiccata vocazione all’internazionalizzazione che si traduce in una sua centralità nel quadro dei rapporti interculturali. Inoltre, da quattro anni accademici l’Ateneo rivolge la sua attenzione ai rifugiati e anche per quest’anno ha messo a disposizione 10 borse di studio per studenti siriani meritevoli con la status di rifugiati o di persona bisognosa di protezione internazionale per l’iscrizione a corsi di Laurea Magistrale.
Ca’ Foscari svolge un ruolo guida nel campo della conoscenza e della conservazione del patrimonio culturale (cultural heritage), in cui può annoverare una scuola di formazione ampiamente consolidata e un livello di ricerca di elevato profilo, all’avanguardia a livello nazionale.
Queste competenze, che bene si integrano e si completano con quelle degli altri Atenei, consentono anche a Ca’ Foscari di supportare un’iniziativa che opera sul versante della formazione in ambito culturale, un settore sempre più strategico se si vuole arrivare alla ricostruzione di quei valori condivisi, che costituiscono il tratto comune ed identitario dei popoli del Mediterraneo e del Medio Oriente. Valori ed identità che i recenti plurimi conflitti hanno fortemente incrinato e che solo una forte e consapevole azione in questa direzione può consentire di recuperare e ripristinare.