Muore a 96 anni l’architetto e teorico francese Yona Friedman
Yona Friedman, architetto e urbanista francese di origini ungheresi, padre della Ville Spatiale, è morto all'età di 96 anni.
Yona Friedman, architetto e urbanista francese di origini ungheresi, il cui manifesto (scritto nel 1956) -Architettura Mobile- sosteneva che l’ambiente costruito, al di sopra di ogni altra realizzazione, avrebbe dovuto autorizzare e invogliare i suoi abitanti a farsi carico del proprio destino individuale, è morto all’età di 96 anni.
Nato a Budapest nel 1923 da una famiglia ebrea, Friedman fuggì dalle persecuzioni durante la seconda guerra mondiale e si trasferì a Haifa, in Israele. Nel 1957, Friedman emigrò a Parigi su invito di Jean Prouvé, dove fondò il Groupe d’Études d’Architecture Mobile (GEAM) con l’architetto olandese Jan Trapman nello stesso anno. Dieci anni dopo Friedman ottenne la cittadinanza francese.
Yona Friedman: il contributo di Friedman all’urbanistica
Durante gli anni ’50 e ’60, un’epoca in cui le visioni utopiche furono ampiamente derise o totalmente ignorate dalla più grande comunità architettonica, Friedman ottenne fama internazionale per le sue meditazioni rivoluzionarie per l’architettura e la mobilità sociale. Sostenitore dell’autosufficienza, Friedman si è battuto per anni contro la rigidità e l’oppressione che (secondo lui) esisterebbero all’interno dell’architettura, sostenendo che agli utenti di un edificio dovrebbe essere concessa la libertà e la flessibilità, concetti che all’epoca non si era mai sentito prima.
Il concetto visionario di Friedman per Ville Spatiale, la Città spaziale, forse rimane il suo contributo più noto alla pianificazione urbana e alla teoria dell’architettura. La Città Spaziale immaginava centri urbani densi e compatti in cui la crescita esterna era limitata e il nuovo sviluppo si innestava sugli edifici esistenti come parte di una sovrastruttura più ampia.
I disegni, le visualizzazioni e i progetti di Friedman riguardanti la Spatial City hanno suscitato notevole attenzione per la loro giocosità e il loro approccio neo-futuristico. Negli anni ’70, le Nazioni Unite e l’UNESCO hanno preso atto dell’approccio umanistico di Friedman e lo hanno incaricato di fornire assistenza per campagne di soccorso in caso di calamità in Africa e in India.
Il lavoro di Friedman ha esposto i suoi lavori in tantissime occasioni, i suoi lavori sono stati esposti in diverse mostre d’arte tra cui la Biennale di Venezia (2003, 2005, 2009) e la Biennale di Shanghai (2007), i suoi disegni sono invece entrati a far parte deelle collezioni permanenti del Museum of Modern Art di New York City e del Centre Pompidou di Parigi.
Friedman nel corso degli anni, sopratutto durante gli ultimi anni della sua vita, ha ricevuto numerosi riconoscimenti per i suoi contributi all’architettura e all’urbanistica tra cui il Premio Frederick Kiesler austriaco nel 2018.
Il docente Yona Friedman
All’inizio della sua carriera, Friedman ha insegnato in diverse università americane tra cui la Harvard University, la Columbia University e il Massachusetts Institute of Technology. Parallelamente all’attività di docenza, Friedman, ha portato un’intensa attività di scrittura pubblicando oltre 500 articoli e diversi libri.
Yona Friedman: vita privata
Friedman è stato sposato con la regista francese Denise Charvein, con la quale ha collaborato da nel corso della sua carriera. All’inizio degli anni ’60, il duo ha lavorati insieme ad una serie di film animati intitolati Stories of Africa che hanno dato vita a storie popolari africane.