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Cappochin: subito una politica nazionale per le città per far ripartire il settore delle costruzioni

Se non riparte il settore delle costruzioni è il Paese a non ripartire. Per realizzare l’indispensabile inversione di rotta serve avviare rapidamente un processo di innovazione

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“Se non riparte il settore delle costruzioni è il Paese a non ripartire. Per realizzare l’indispensabile inversione di rotta serve avviare rapidamente un processo di innovazione e di semplificazione che renda le città italiane fulcro dello sviluppo economico e sociale destinando alle politiche urbane una rinnovata attenzione progettuale. Il Riuso, la Rigenerazione urbana sostenibile, può essere la ricetta più efficace – come dimostrano alcune significative esperienze europee – per trasformare le nostre città in aree urbane sostenibili a livello ambientale, sociale ed economico”.

Così Giuseppe Cappochin, presidente della Fondazione Barbara Cappochin e del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori nel corso del primo degli appuntamenti del ciclo di conferenze che la Biennale internazionale di Architettura “Barbara Cappochin” dedica alle “Capitali verdi europee”.

È dunque improcrastinabile” ha detto ancora Cappochin “avviare una politica nazionale per le città anche per superare le incertezze di responsabilità, istituzionale e politica, rispetto a quale soggetto debba occuparsi, ad esempio, di efficienza energetica o di mobilità sostenibile oppure di programmi culturali che nella promozione delle iniziative di rigenerazione urbana sostenibile hanno un ruolo di primissimo piano. Così come avviare una strategia di lungo periodo dalla quale far poi discendere le norme per attuarla”.

“Nantes, esempio virtuoso di rigenerazione urbana sostenibile, testimonia proprio l’ineludibile necessità di una visione di lungo periodo che associ alle trasformazioni fisiche specifiche, legate a nuove infrastrutture per il terziario, il commercio e la sanità, azioni rivolte alla salvaguardia e al potenziamento delle relazioni sociali, all’ampliamento dell’offerta culturale e di nuove opportunità di lavoro, alla promozione di stili di vita più ecologici, all’incremento della biodiversità, alla valorizzazione degli aspetti paesaggistici legati al contenimento del consumo di suolo”.

La metropoli francese ha, infatti, raggiunto l’obiettivo di riabilitare una vasta area  in precedenza adibita a sito del cantiere navale consentendo ai cittadini di riappropriarsi di un territorio di fatto abbandonato da anni dopo la sua chiusura avvenuta nel 1980. Quell’area è ora in fase di trasformazione grazie a una politica che ha fatto dell’arte e della cultura il driver di un processo di riqualificazione urbana, sviluppo locale, coesione sociale con l’obiettivo di attirare imprese creative, investitori, turisti, studenti, ma soprattutto gli abitanti stessi della città.

Le esperienze di Essen e Amburgo, a luglio, e quelle di Lubiana e Bristol, a settembre, concluderanno gli appuntamenti sulle “Capitali verdi europee” e saranno propedeutiche ad un evento che si terrà a Roma nel corso del quale verranno lanciate le proposte, in tema di rigenerazione urbana sostenibile elaborate dal Consiglio Nazionale degli Architetti unitamente alla Conferenza Nazionale degli Ordini.

 

La Biennale Internazionale di Architettura “Barbara Cappochin” è promossa dalla Fondazione Barbara Cappochin e dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Padova, in collaborazione con la Regione del Veneto, l’Unione Internazionale degli Architetti (U.I.A.), il Consiglio degli Architetti d’Europa (C.A.E.) e con il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. Ha il fine di mantenere vivo il ricordo di Barbara, giovane studentessa della facoltà di Architettura IUAV di Venezia, anche attraverso la promozione della qualità dell’architettura.

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