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Attualità

A Reggio Emilia si discute di architettura e di Africa

Architettura, iniziato a Reggio Emilia il simposio internazionale sulle soluzioni per un design di qualità nelle strutture sanitarie in Africa

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La qualità dei luoghi di cura nei paesi emergenti, in particolare in Africa, è al centro del simposio internazionale  di architettura “Quality Design for Health Care Facilities in Emerging Countries. L’evento è curato dall’architetto Luca Molinari e organizzato da ‘Aga Khan Award for Architecture’ e dal Comune di Reggio Emilia con il supporto di Fondazione E35, Emergency, Tamassociati, Ordine degli Architetti della provincia di Reggio Emilia, Sicrea Group e Boorea.

L’iniziativa, dalla grossa importanza per tutto il mondo dell’architettura etica, è incentrata sulla presentazione di soluzioni per un design di qualità nelle strutture sanitarie situate nei paesi in via di sviluppo. Durante le giornate di lavoro emiliano infatti, verranno illustrate le best practice messe in campo da progettisti, attivisti, medici e rappresentanti delle istituzioni che forniscono servizi sanitari di alta qualità e vie praticabili, e sostenibili, nell’ambito della cura e della cooperazione interculturale.

Il simposio, patrocinato da Expo Milano 2015, è stato aperto dagli interventi del sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, dell’assessore alla Città internazionale Serena Foracchia, del direttore dell’Aga Khan Award for Architecture Farrokh Derakhshani, e del curatore del simposio Luca Molinari.

“Reggio Emilia” ha detto il sindaco Vecchi ” ha una sensibilità particolare verso la dimensione internazionale, che nasce a partire dai primi anni Settanta con i progetti di cooperazione e aiuto sanitario indirizzati al sud dell’Africa, e in particolare al Mozambico, al Sudafrica e all’Angola. Una vocazione internazionale che si esprime oggi, ad esempio con la Fondazione per l’Agenzia di progettazione internazionale, oltre che con l’attività di Reggio Children nota nel mondo. Questa apertura al mondo dà il segno della capacità innovativa di questa città e rappresenta una base forte su cui costruire orizzonti di sviluppo che abbiano la cura della persona al centro. Una filosofia che si riflette sulle competenze distintive della nostra città, tra cui l’educazione, la cultura, lo sport: investire in questi ambiti, così come nella cura dei luoghi, è per noi un investimento sulle persone”.

 “L’architettura” ha poi affermato il curatore dell’evento Luca Molinari “è ‘sostanza di cose sperate’, come diceva Edoardo Persico, perché dà sostanza ai desideri e alle speranze delle persone. Proprio per questo l’architettura non può non essere un bene comune, non può prescindere dalla committenza e, quindi, dalla sua funzione civile. E questo è il senso del simposio di oggi, che costituisce un significativo passo in avanti nella costruzione di un’agenda comune tra ricerca architettonica e medicina nella ideazione e costruzione di nuovi spazi per la cura in Africa nei prossimi decenni. Spazi in cui il paziente, la sua umanità, la cura e la qualità dei luoghi vengono pensati insieme”.

 

Nel corso dei lavori, è stata posta particolare attenzione al Centro Salam di Cardiochirurgia a Sobo (Khartoum, Sudan), progettato da Tamassociati e premiato nel 2013 con il Premio Aga Khan Award.

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