Nuova vita per Begato. Iniziati i lavori di demolizione della “Scampia Ligure”
Genova non avrà più la sua Scampia. A Begato sono iniziati i lavori di riqualificazione del quartiere di edilizia residenziale.
Con il primo “morso” della pinza meccanica data agli ascensori della Diga Bianca di Begato è iniziato il percorso di demolizione e riqualificazione del quartiere simbolo di un’architettura che nel corso dei decenni ha lasciato più di uno strascico polemico.
Ma andiamo con ordine. Il quartiere di Begato a Genova nasce nei “lucicanti” anni 80, un decennio in cui la Superba presentava non pochi problemi abitativi e un piano di sviluppo che puntava al milione di abitanti.
Le amministrazioni dell’epoca per raggiungere l’obiettivo del milioni di residenti e rilanciar l’importanza del ex repubblica marinara all’interno del triangolo industriale italiano avviarono una serie di interventi (che la storia bollo anni dopo come sbagliati) di edilizia popolare che hanno deturpato il volto della città. Intere aree verdi sono state trasformate in agglomerati abitativi cementizi dove servizi, sicurezza e vivibilità hanno da subito avuto difficoltà a trovare casa.
Per anni Begato è stato al centro dei programmi elettorali, ma solo oggi, è possibile affermare che la Diga della vergogna sarà riqualificata.
Il progetto di rigenerazione urbana nasce sulla scia delle proposte dell’architetto genovese Renzo Piano. Costruire sul Costruito, fermando il consumo di suolo (che in Liguria è causa anche di i portanti problemi idrogeologici), è questo il piano che prevede la demolizione di 486 alloggi (suddivisi tra la diga bianca e la diga rossa) e l’eliminazione di ben 175.000 metri cubi di costruzione (le due dighe hanno un totale di 185mila metri cubi di cemento).
“La diga Rossa – affermano gli uffici del Comune Capoluogo – sarà completamente distrutta ed eliminata, mentre della bianca rimarranno in piedi solo 37 appartamenti. Contemporaneamente ai lavori di demolizione verranno avviati i lavori di costruzione di un nuovo lotto abitativo (il primo lotto prevede l’edificazione di 50 appartamenti) con alloggi moderni ad alta efficienza energetica e con impianti domotici di ultima generazione”.
L’abbattimento delle due dighe segna un continuum con i processi di riqualificazione che in Italia hanno già visto venire giù le prime vele di scampia. Quello che la città di Genova vuole realizzare è una rigenerazione urbanistica e sociale e un deciso abbandono verso le politiche urbanistiche e architettoniche che hanno caratterizzato l’edilizia residenziale pubblica in Italia.