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Ambiente

La città degli orti, il primo censimento degli orti urbani milanesi

È stata presentata la ricerca “La Città degli Orti”, il primo censimento dettagliato degli orti urbani nel territorio della Città Metropolitana di Milano

Censimento degli orti urbani di Milano!
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È stata presentata la ricerca “La Città degli Orti”, il primo censimento dettagliato degli orti urbani nel territorio della Città Metropolitana di Milano, realizzato da Italia Nostra Milano Nord, in collaborazione con il Politecnico di Milano, l’Università degli Studi di Milano, la Scuola di Agraria di Monza e finanziato dalla Fondazione Cariplo. A rappresentare il nostro ateneo è il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani con il prof. Antonio Longo come responsabile, insieme a Daniela Gambino e Fabio Manfredini.

“La Città degli Orti” è il punto di arrivo di un capillare lavoro di ricerca durato due anni. Il risultato è un voluminoso report analitico e statistico, che considera il fenomeno per la prima volta nella sua grande complessità e ricchezza. La ricerca ha prodotto un database originale, che in futuro permetterà di leggere e gestire il fenomeno in modo innovativo, in collaborazione con molti enti di ricerca e istituzioni.

Sono stati censiti oltre 850 ettari di orti, decine di migliaia di persone coinvolte nell’attività di coltivazione e 82.700 quintali di prodotto annuo, di cui metà ottenuto seguendo le regole dell’agricoltura biologica.

I risultati illustrano come la cultura dell’orto sia sicuramente mutata nel tempo. Accanto alla tradizionale funzione di produzione di frutta e verdura, oggi è sempre più presente una funzione sociale. L’orto favorisce le relazioni fra persone, rappresenta una veloce via di fuga dalla frenesia della vita lavorativa e offre la possibilità di fare esercizio fisico all’aperto. In pratica, una fonte di benessere a chilometro zero.

Per quanto riguarda i fruitori degli orti, questi sono storicamente rappresentati in maggioranza da popolazione anziana, maschile, proveniente dalle regioni di migrazione contadina del dopoguerra. Ora, però, c’è una partecipazione sempre maggiore di famiglie, giovani, donne e stranieri.

Da non sottovalutare, inoltre, che le terre coltivate, soprattutto nella fascia più periferica della città, diventano un efficace presidio contro violenza e degrado.

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