lunedì, Maggio 20, 2024
0 Carrello
Edilizia

Come progettare una pista ciclabile, guida completa.

Guida completa per progettare piste ciclabili: norme, design e linee guida per percorsi sicuri e sostenibili, promuovendo la mobilità urbana ciclistica.

Come progettare una pista ciclabile, guida completa.
195Visite

Come progettare una pista ciclabile, guida completa. Le piste ciclabili rappresentano corridoi dedicati alla mobilità su due ruote, distinti e protetti all’interno dell’infrastruttura stradale. Questi percorsi specializzati sono emersi come una soluzione fondamentale per promuovere il trasporto ciclistico nei paesi dell’Europa continentale, come Germania, Olanda e Belgio. In questi paesi, le piste ciclabili si sviluppano come una vasta rete che facilita in modo sicuro e efficiente il movimento dei ciclisti, contribuendo significativamente alla riduzione del traffico e all’incremento della sostenibilità urbana.

In questo articolo:

  1. Come progettare una pista ciclabile?
  2. Elementi caratterizzanti il progetto di una pista ciclabile.
  3. Come progettare e realizzare piste ciclabili?
  4. Larghezza corsie.
  5. Come gestire gli attraversamenti ciclabili
  6. Quale segnaletica utilizzare?
  7. Come redigere un progetto esecutivo per una pista ciclabile?
  8. Sei un architetto? La tua professione richiede un aggiornamento continuo?

Guida completa per progettare una pista ciclabile: norme, design e linee guida per percorsi sicuri e sostenibili, promuovendo la mobilità urbana ciclistica.

Il concetto di “corsia per velocipedi” e “pista per velocipedi” venne formalizzato per la prima volta nel 1968, durante la Convenzione di Vienna sulla circolazione stradale. Già in quel contesto si stabiliva una distinzione cruciale: la differenza tra una strada dedicata esclusivamente alle biciclette, definita come pista ciclabile, e una corsia che poteva essere utilizzata anche da altri mezzi di trasporto. Nel corso degli anni, l’implementazione delle piste ciclabili è diventata una componente chiave delle politiche urbane orientate alla sostenibilità ambientale. La loro realizzazione non solo promuove stili di vita più salubri e sostenibili, ma gioca anche un ruolo fondamentale nel migliorare la sicurezza stradale e favorire l’intermodalità nei sistemi di trasporto urbano, rispondendo così alle esigenze di una mobilità moderna e responsabile.

Come progettare una pista ciclabile?

Il Codice della Strada, con le modifiche introdotte dal Decreto Legislativo n. 76/2020, rappresenta la normativa principale per la progettazione delle piste ciclabili. In aggiunta, il Decreto Ministeriale n. 557/1999 fornisce linee guida essenziali per la realizzazione di infrastrutture ciclabili, delineando i criteri per garantire la sicurezza e l’integrazione delle piste con l’ambiente circostante.

Un altro documento di riferimento cruciale è il “Piano Generale della Mobilità Ciclistica urbana e extraurbana 2022-2024“, sviluppato dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS) in conformità con la legge 11 gennaio 2018, n. 2. Questa legge promuove la mobilità ciclistica e supporta la creazione di una rete nazionale ciclabile.

Il Piano include l’allegato B, una guida intitolata “Progettare ciclabilità sicura – Guida all’applicazione del D.L. 76/2020”. Questo documento è stato elaborato da esperti del settore per fornire uno strumento operativo che aiuti i progettisti e gli amministratori locali nell’applicazione delle norme stabilite dall’articolo 49 del D.L. 76/2020, facilitando la realizzazione di piste ciclabili che siano non solo funzionali ma anche sicure.

Elementi caratterizzanti il progetto di una pista ciclabile.

Nella progettazione di una pista ciclabile, è essenziale considerare vari aspetti per garantire sicurezza, funzionalità e integrazione con l’ambiente circostante:

  • Opere di piattaforma stradale: è fondamentale assicurare la regolarità delle superfici ciclabili, predisporre adeguati apprestamenti per le intersezioni a raso, nonché prevedere sottopassi o sovrappassi con i relativi raccordi. Inoltre, bisogna considerare le sistemazioni a verde e le opere per la raccolta delle acque meteoriche, installando griglie che non creino ostacoli al passaggio dei ciclisti.
  • Segnaletica stradale: oltre alla segnaletica verticale tradizionale, è importante implementare una segnaletica orizzontale chiara, inclusa quella per gli attraversamenti ciclabili. Gli impianti semaforici devono essere adeguatamente sincronizzati e le colonnine luminose posizionate strategicamente per migliorare la visibilità degli elementi spartitraffico e dei delineatori di corsia.
  • Illuminazione stradale: l’illuminazione gioca un ruolo cruciale, soprattutto per la sicurezza notturna. Gli impianti devono essere progettati per illuminare efficacemente gli attraversamenti a raso, evitando la creazione di zone d’ombra causate dalle alberature esistenti.
  • Attrezzature: le infrastrutture di supporto come rastrelliere per la sosta dei velocipedi sono essenziali, così come le panchine e le aree di riposo ombreggiate, preferibilmente con alberature, per le piste di interesse turistico. È altresì importante prevedere fontanelle di acqua potabile ogni 5 km e assicurare la presenza di punti telefonici o, in alternativa, segnalare i punti di assistenza più vicini.

Come progettare e realizzare piste ciclabili?

La progettazione delle piste ciclabili può essere strutturata in tre modalità principali, ciascuna adattata specificamente alle caratteristiche e alle necessità dell’ambiente circostante:

  • Piste ciclabili in sede propria: questo tipo di pista ciclabile è completamente separato dalle carreggiate destinate ai veicoli a motore e ai pedoni. La separazione è garantita da spartitraffico longitudinali fisicamente invalicabili, e la pista può essere progettata ad unico o doppio senso di marcia a seconda delle esigenze di traffico e dello spazio disponibile.
  • Corsie riservate sulla carreggiata: le corsie per biciclette possono essere ricavate direttamente sulla carreggiata stradale. Di norma, queste corsie sono posizionate a destra e delimitate da strisce longitudinali o da delimitatori di corsia, seguendo il senso di marcia dei veicoli a motore adiacenti. Generalmente, queste corsie sono riservate ad un unico senso di marcia.
  • Corsie ricavate sui marciapiedi: quando l’ampiezza del marciapiede lo permette, è possibile realizzare piste ciclabili che non interferiscano con il passaggio dei pedoni. Queste piste possono essere ad unico o doppio senso di marcia e sono situate sul lato del marciapiede adiacente alla carreggiata stradale.

Inoltre, è importante notare che la circolazione ciclistica è proibita su autostrade, strade extraurbane principali e in alcune aree urbane ad alto traffico, dove le biciclette devono utilizzare le strade di servizio. Per le strade extraurbane secondarie e le strade urbane di scorrimento, è indispensabile che le piste ciclabili siano realizzate in sede propria per garantire la sicurezza dei ciclisti.

Per le strade urbane di quartiere e le strade locali extraurbane, le piste ciclabili possono essere sviluppate sia in sede propria che su corsie riservate. Tuttavia, nelle aree urbane locali, è raccomandato implementare le piste ciclabili su corsie dedicate per evitare conflitti con il traffico pedonale e motorizzato, migliorando così la sicurezza e l’efficienza della mobilità ciclabile.

Larghezza corsie.

Nel progettare piste ciclabili, la definizione della larghezza delle corsie è essenziale per garantire sicurezza e comfort ai ciclisti. Questa larghezza deve essere adeguata per accogliere l’ingombro fisico dei ciclisti e dei loro velocipedi, offrire spazio sufficiente per il mantenimento dell’equilibrio e prevedere un margine laterale libero da ostacoli.

La larghezza minima consigliata per una corsia ciclabile, inclusi i margini di sicurezza, è di 1,50 metri. Tuttavia, questa può essere ridotta a 1,25 metri per ciascuna delle due corsie adiacenti, sia che si muovano nella stessa direzione sia in direzioni opposte, purché la larghezza complessiva non scenda al di sotto dei 2,50 metri.

In circostanze particolari, dove lo spazio è più limitato, la larghezza della pista ciclabile può essere temporaneamente ridotta a 1 metro. Questa riduzione è permessa solo su tratti limitati del percorso e deve essere chiaramente segnalata per evitare confusioni o pericoli per i ciclisti.

Per quanto riguarda gli spartitraffico, che fungono da barriere fisiche tra la pista ciclabile e la carreggiata destinata ai veicoli a motore, questi non dovrebbero essere meno larghi di 0,50 metri. Questo spazio serve a fornire una distanza di sicurezza tra i ciclisti e i veicoli a motore, contribuendo a ridurre il rischio di incidenti.

Come gestire gli attraversamenti ciclabili

Gli attraversamenti ciclabili sono progettati seguendo le direttive generali degli attraversamenti pedonali, ma con alcune modifiche specifiche per adeguarsi alle esigenze dei ciclisti. Ad esempio, la larghezza delle isole di rifugio, o isole rompitratta, deve essere adeguata per consentire attraversamenti sicuri in più fasi se necessario.

Nelle intersezioni con uso promiscuo da parte di veicoli a motore, pedoni e ciclisti, le piste ciclabili su corsia riservata sono generalmente posizionate parallelamente e vicino ai percorsi pedonali. Nei punti di attraversamento a raso, ciò facilita una circolazione ciclistica organizzata in senso unico antiorario attorno all’intersezione, simile a una rotatoria, per garantire un flusso di traffico coerente e ridurre i conflitti tra diversi utenti della strada.

Per quanto riguarda gli attraversamenti in aree dove le piste ciclabili sono completamente separate dalla carreggiata dei veicoli, si predilige spesso la realizzazione di sottopassi piuttosto che sovrappassi. Questo scelta è motivata dalla maggiore facilità di accesso e minor impatto visivo. Inoltre, è essenziale che la pendenza longitudinale delle rampe di accesso ai sottopassi non superi il 10% per garantire l’accessibilità e la sicurezza. Nel caso di sovrappassi, è fondamentale includere barriere protettive laterali con un’altezza minima di 1,50 metri per evitare cadute accidentali.

Quale segnaletica utilizzare?

Le piste ciclabili, per garantire una corretta e sicura utilizzazione da parte dei ciclisti, necessitano di una segnaletica verticale specifica, come regolamentato dal D.P.R. 495/1992. Questo regolamento, che attua e esegue il codice della strada, stabilisce i tipi di segnali necessari per le piste ciclabili, dettagliando le loro posizioni e funzioni.

  • Segnale di “Percorso pedonale”: questo segnale è collocato all’inizio di aree urbane riservate esclusivamente ai pedoni, come i viali o gli itinerari pedonali. Serve per indicare che l’accesso è limitato ai pedoni e che nessun veicolo, incluso le biciclette, può transitare.
  • Segnale di “Pista ciclabile”: viene installato all’inizio di ogni pista o corsia destinata esclusivamente alla circolazione delle biciclette. È necessario che questo segnale venga ripetuto dopo ogni interruzione della pista e a seguito delle intersezioni, per ricordare agli utenti la natura specifica della via.
  • Segnale di “Pista ciclabile contigua al marciapiede e percorso pedonale ciclabile”: questo segnale si trova all’inizio dei percorsi condivisi tra pedoni e ciclisti. La sua funzione è duplice: avvisa i pedoni della possibile presenza di biciclette e indica ai ciclisti di procedere con cautela data la condivisione dello spazio. Anche questo segnale deve essere ripetuto dopo interruzioni e intersezioni.

Per segnalare la fine di qualsiasi obbligo precedentemente indicato, come il termine di una pista ciclabile o di un’area pedonale, si utilizza un segnale identico a quello di inizio, ma barrato obliquamente da una fascia rossa. Questo indica agli utenti che le regole specifiche precedentemente in vigore non sono più applicabili oltre quel punto.

L’implementazione coerente di questa segnaletica è essenziale per mantenere ordine e sicurezza nelle aree urbane, riducendo i potenziali conflitti tra diversi tipi di utenti della strada e promuovendo un utilizzo armonioso dello spazio pubblico.

Come redigere un progetto esecutivo per una pista ciclabile?

La redazione del progetto esecutivo per la costruzione di una pista ciclabile deve aderire rigorosamente alle norme stabilite dal D.Lgs. 36/2023. Questo documento giuridico stabilisce una serie di requisiti essenziali che garantiscono la conformità legale e tecnica dell’opera. Ecco una panoramica degli elementi fondamentali che il progetto esecutivo deve includere:

  • Dichiarazione di Conformità Urbanistica e Assenza di Vincoli: questa dichiarazione assicura che il progetto rispetti i piani urbanistici vigenti e che non vi siano vincoli legali o storico-artistici che impediscono l’edificazione della pista ciclabile.
  • Dichiarazione di Superamento delle Barriere Architettoniche – Accessibilità: fondamentale per garantire che la pista ciclabile sia fruibile da tutti, comprese le persone con disabilità, rispettando i principi di inclusività e accessibilità.
  • Computo Metrico delle Opere: un dettaglio quantitativo delle opere necessarie alla realizzazione del progetto, essenziale per la stima dei materiali e delle risorse lavorative necessarie.
  • Elenco Prezzi: questo documento elenca i costi unitari di ogni materiale e servizio previsto nel progetto, fornendo una base per il controllo economico dell’investimento.
  • Quadro Economico: una sintesi delle spese totali previste, che combina i dati del computo metrico e dell’elenco prezzi per fornire una visione complessiva del budget necessario.
  • Elaborati Grafici di Progetto: disegni tecnici che dettagliano le caratteristiche costruttive e funzionali della pista ciclabile, includendo piantine, sezioni e dettagli costruttivi.
  • Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC): questo documento è cruciale per garantire la sicurezza durante la realizzazione dell’opera e deve includere:
  • Studio delle Fasi di Lavoro: analisi dettagliata delle varie fasi costruttive del progetto.
  • Analisi e Valutazione dei Rischi: identificazione dei potenziali rischi per la sicurezza e la salute durante le fasi costruttive.
  • Diagramma di Gantt: uno strumento di pianificazione che mostra la tempistica prevista per ogni fase del progetto.
  • Oneri per la Stima dei Costi della Sicurezza: una valutazione economica degli investimenti necessari per garantire la sicurezza sul cantiere.

Questi elementi assicurano che il progetto sia non solo conforme alle normative vigenti, ma anche economicamente e tecnicamente fattibile, con una pianificazione accurata che minimizzi i rischi e massimizzi l’efficienza.

Sei un architetto? La tua professione richiede un aggiornamento continuo?

Unione Professionisti ti dà la possibilità di progettare e completare il tuo percorso di studi, proponendoti tutti i suoi corsi, sviluppati in modalità FAD asincrona, accreditati presso il CNAPPC.

X

Per leggere l'articolo, accedi o registrati

Non hai un account? Registrati!
X

Per leggere l'articolo, lascia la tua email

Oppure accedi