Sicurezza Anti – Coronavirus: i liberi professionisti non possono accedere
Spese per la sicurezza anti-coronavirus: dal bando Invitalia sono stati esclusi i liberi professionisti. Sale la Protesta nel mondo del lavoro indipendente.
Il decreto Cura Italia (DL 18/2020) licenziato dal Governo per andare incontro alle esigenze di aziende e liberi professionisti, all’articolo 43 comma 1 prevede espressamente l’attivazione di una misura finanziaria finalizzata al rimborso delle spese fatto per adeguare i luoghi di lavoro alle normative sulla sicurezza anti – coronavirus.
Una misura attesissima certo, ma che carte alla mano sancisce ancora una volta la grande differenza di trattamento che vede i Liberi Professionisti sempre come soggetto perdente,
“Asso Ingegneri e Architetti, sindacato di ingegneri e architetti liberi professionisti, aderente a ConfProfessioni, – dichiara l’Ing. Maria Pungetti Presidente Nazionale Asso Ingegneri e Architetti – esprime forte perplessità circa il contenuto del bando predisposto da Invitalia e denominato Impresa Sicura.”
Il bando, oggetto delle proteste di tutto il mondo professionale, prevede il rimborso delle spese sostenute dalle aziende per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale atti ad attenuare il rischio anti coronavirus, ma esclude, inspiegabilmente, la platea dei liberi professionisti
“Non si riesce a capire -continua Pungetti – come mai la platea dei liberi professionisti, che rappresenta oggi una delle componenti più importanti per il rilancio del sistema Italia, sia stata esclusa.”
Stesse preoccupazioni sono state espresse anche da Inarccassa che per bocca del suo presidente Egidio Comodo ha puntato il dito contro Invitalia e parlando senza mezzi termini di discriminazione a dichiarato come “Architetti e Ingegneri liberi professionisti, cosi come tutti i dipendenti degli studi professionali, rischiano di rimanerne totalmente esclusi dalle misure del bando. Occorre fare presto e prestare maggiore attenzione alle necessità degli architetti e ingegneri liberi professionisti”.
Inarcassa facendosi portavoce degli interessi di categoria chiede al Governo di modificare il prima possibile il Bando e di sanare quella che comincia ad essere chiamata come un ingiustizia.
“Chiediamo la modifica immediata del Bando – conclude Comodo – sarebbe un atto di buon senso tenuto conto delle difficoltà economiche cui è sottoposta l’intera categoria degli architetti e ingegneri liberi professionisti”.