Tutte le falsità sull’architettura ecologica
Costi elevati, tempistiche lunghe e risultati inestetici, inutilità dell’architettura ecologica; niente di più falso
Costruire green fa bene, e l’architettura ecologica è un ottimo metodo di progettare le città del futuro.
Un affermazione che tende a ridare dignità all’architettura ecologica, oggetto da più parti di critiche, anche pesanti. Ad affermarlo è stato un articolo del tanto criticato, a sua volta, Huffington Post. La testata, diretta in Italia da Lucia Annunziata, utilizza un alta percentuale di contributi volontari e viene vista quasi come il fumo negli occhi da decine di testate “regolari”, ma tantè.
Secondo l’ Huffington Post, nonostante i vantaggi della progettazione sostenibile e dell’architettura ecologica, siano ampiamente diffusi, il green building è ancora poco diffuso.
Le opinioni, riguardanti questa tendenza, sono diverse: c’è chi sostiene che sia troppo costoso,chi che è troppo complicato.
A rendere onore all’architettura ecologica è stata la firma statunitense Lance Hosey, che attraverso un bel pezzo pubblicato sull’Huffington Post cerca di spostare l’attenzione su altri aspetti, sottolineando come la progettazione sostenibile risenta ancora di ‘credenze sbagliate’, che ne limitano la diffusione.
Nel comune pensare, si può leggere nell’articolo, si tende a credere che chi si occupa di sostenibilità ambientale e di architettura ecologica, sia guidato esclusivamente da preoccupazioni ambientali. Eppure, nella sua definizione originaria, il concetto di sostenibilità ambientale comprende l’integrazione di tre elementi: società, economia e ambiente. Nessun progetto green esclude uno di questi tre aspetti, quindi bisognerebbe iniziare a diffondere il concetto di sostenibilità come qualcosa di più complesso, che va aldilà della ‘pura ecologia’.
Probabilmente la critica più comune alla bioedilizia e all’architettura ecologica è comunque quella legata ai presunti prezzi elevati di costruzione. In un sondaggio del 2008 condotto su un campione di 700 professionisti, l’80% ha citato ‘gli alti costi iniziali di investimento’. Eppure, uno studio di una dozzina di anni fa riferisce che il surplus di prezzo per un progetto green fosse solo del 2% in più rispetto a un edificio tradizionale, ampiamente ripagato, tra l’altro, considerando i benefici a lungo termine, stimati in un risparmio 10 volte maggiore.